AMMINISTRAZIONE INPS ONDIVAGA

Comunicato n. 09/18

Nazionale -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INPS, CONCORSO PUBBLICO A 365 POSTI DI ANALISTA DI PROCESSO

NIENTE PUBBLICAZIONE DEI TEST PER LE PROVE SCRITTE

Dopo aver annunciato la pubblicazione dei 3.000 test dai quali sarebbero stati estrapolati i quiz oggetto della prima prova scritta del concorso pubblico a 365 posti C1 di Analista di processo – Consulente professionale, l’amministrazione fa marcia indietro e decide di non pubblicare la documentazione.

Ormai risulta difficile star dietro ad un’amministrazione ondivaga, che probabilmente decide in base agli umori giornalieri. Quel che è certo è che il concorso va avanti e la prima prova è prevista nei giorni 27 e 28 febbraio. Ribadiamo qui, ancora una volta, la necessità che si vada a bandire un ulteriore concorso pubblico a cui possano partecipare anche i titolari di laurea triennale e che non preveda il possesso di certificazione della conoscenza della lingua inglese.

 

PASSAGGI ALL’AREA SUPERIORE

C’è l’assoluta necessità che si riattivino al più presto le selezioni per i passaggi da un’area all’altra. Seppure ci siamo adoperati con il contratto integrativo 2017 perché fosse riconosciuto un compenso economico ai lavoratori collocati già ad A3 e B3 al momento dell’emanazione delle selezioni 2016, compenso che sarà erogato con la retribuzione di febbraio, siamo consapevoli che le aree A e B siano in sofferenza rispetto ai passaggi verticali all’area superiore.

Tuttavia dobbiamo tener presente che le selezioni per il passaggio di area escluderanno i lavoratori che non sono in possesso del titolo di studio richiesto per l’ingresso dall’esterno (diploma per l’area B e laurea triennale per l’area C). E’ per questo che dobbiamo continuare a tener viva la proposta di area unica amministrativa che abbiamo lanciato da tempo e che riproporremo all’interno della Commissione paritetica prevista dal CCNL Funzioni Centrali. L’area unica amministrativa è la soluzione per risolvere il problema del mansionismo e non escludere nessuno dai percorsi di crescita professionale ed economica.

 

SALE ANCORA L’ASTICELLA DELLA PRODUTTIVITA’

La corsa verso una continua crescita della produttività sembra non avere fine. Non si è fatto in tempo ad assorbire il parametro 124, che l’amministrazione sta già lavorando per innalzare l’asticella a 130/133. Incuranti della carenza di personale, dello stress che la continua pressione determina tra i lavoratori del territorio, i vertici stanno sperimentando un’ulteriore crescita dei livelli di produttività. Il treno, prima o poi, rischia di schiantarsi.

Basta con i ricatti degli incentivi e con le richieste di maggiore produzione. Dobbiamo prepararci ad incrociare le braccia ed a rifiutare questa folle corsa che vuole trasformarci tutti in bestie da soma,  con carichi di lavoro sempre più pesanti.

Nel recente Contratto collettivo delle Funzioni Centrali, siglato in via definitiva da CGIL-CISL-UIL-CISAL-CONFSAL il 12 febbraio,  è previsto che 14 euro mensili per ogni dipendente, a valere dal gennaio 2018, vadano ad incrementare i Fondi della produttività invece di finire nella retribuzione fissa tabellare. Ancora una volta ci è stata scippata una parte del rinnovo contrattuale per metterla in un salvadanaio comune dal quale difficilmente riprenderemo i soldi in ugual misura, perché quelle risorse servono a finanziare le posizioni organizzative, le indennità, i passaggi di livello economico e gli incentivi.

Le amministrazioni, prima ci rubano i nostri incrementi contrattuali e poi, per restituirceli, ci ricattano con la richiesta del raggiungimento degli obbiettivi di produzione. Dobbiamo interrompere questa catena. Dobbiamo punire chi come CGIL-CISL-UIL-CISAL-CONFSAL con la firma nei contratti permettono questo abuso. I contratti si possono anche non firmare, come ha fatto la USB, che non è disposta a svendere l’anima pur di sedere ai tavoli della contrattazione integrativa.

 

ALLE ELEZIONI RSU

NON VOTIAMO CHI HA FIRMATO IL CONTRATTO 2016-2018