INPS CALABRIA, PROTESTA DEGLI ADDETTI ALLA VIGILANZA. L'ISTITUTO LI DENUNCIA PER INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

Comunicato n. 70/18

Nazionale -

Questa mattina alcune sedi INPS della Calabria sono rimaste chiuse per la protesta dei lavoratori degli istituti di vigilanza, che lamentano addirittura otto mesi di mancata retribuzione.

Ai lavoratori in lotta va la nostra piena solidarietà e il convinto sostegno. Sembrerebbe che la direzione regionale dell’INPS abbia intenzione di denunciare i lavoratori per interruzione di pubblico servizio.

Se così fosse sarebbe davvero assurdo, perché i lavoratori oltre al danno di essere da mesi senza stipendio si ritroverebbero con la beffa di essere denunciati dall’ente chiamato a sorvegliare, per compiti istituzionali, sulla correttezza dei contratti e sul pagamento dei contributi.

Non è la prima volta che l’INPS risulta distratto rispetto alle necessarie verifiche sulla regolarità dei contratti per le attività appaltate all’esterno. Se un lavoratore di una società che fornisce servizi all’INPS non percepisce da mesi la retribuzione oppure ha un contratto che non corrisponde alle funzioni effettivamente svolte, è giusto o no che l’INPS intervenga sulla ditta? Ci è stato sempre risposto che l’Istituto non ha poteri per vigilare sulle società esterne e questo ci sembra surreale, dal momento che lo stesso Istituto ha un corpo di ispettori di vigilanza addetti al controllo sui rapporti di lavoro. D’altra parte l’INPS è il primo a non essere in regola con il proprio personale, che in parte consistente non risulta inquadrato correttamente rispetto all’effettivo lavoro svolto.

A nostro parere l’INPS deve esercitare una costante funzione di verifica della regolarità dei contratti di appalto, che non può escludere anche un controllo sulla congruità dei rapporti di lavoro e sul regolare versamento delle retribuzioni e dei contributi.

Quando non si percepisce da mesi la retribuzione le proteste sono più che legittime, altro che interruzione di pubblico servizio!