L'INPS A SERVIZIO DI CGIL CISL UIL? L'USB DIFFIDA MASTRAPASQUA A FARE ACCORDI SULLA RAPPRESENTANZA

COMUNICATO STAMPA

Nazionale -

La Confederazione USB ha diffidato il Presidente dell’INPS Mastrapasqua che, secondo quanto riportato da organi di informazione nazionale, sarebbe “pronto a fare la propria parte …. nell’attuazione della “Convenzione tra parti sociali e Inps per certificare le deleghe da ponderare con i voti delle Rsu, per misurare la rappresentatività di ciascun sindacato”.

 

“La Convenzione – riporta la diffida - scaturisce da un Protocollo d’intesa intervenuto tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria e stipulato in data 31 maggio 2013, atto negoziale che obbliga unicamente le parti che lo hanno sottoscritto e che, non avendo valore di legge, non può in alcun modo obbligare altri soggetti, ed in particolare enti pubblici come l’INPS, dovendo l’Istituto rispondere del corretto utilizzo delle proprie risorse economiche, organizzative e strumentali all’insieme della cittadinanza, ed ovviamente ai controlli di natura contabile, con conseguente giurisdizione della Corte dei Conti”.

 

“Si precisa peraltro che la eventuale disponibilità dell’INPS a soddisfare la richiesta, evidentemente onerosa, di alcune associazioni sindacali e datoriali – ponendo le risorse economiche, lavorative, gestionali ed organizzative dell’Ente al servizio di alcuni soggetti privati senza alcuna indicazione legislativa o normativa in proposito - si configurerebbe come un comportamento discriminatorio nei confronti di altri soggetti sindacali che non solo non hanno sottoscritto quel protocollo, ma che non possono fruire della possibilità, riservata alle sole organizzazioni sindacali firmatarie di contratti collettivi nazionali di lavoro ad esito del referendum abrogativo dei commi due e tre dell’art.26 dello Statuto dei Lavoratori tenutosi nel 1995, di fruire delle ritenute sindacali in busta paga e pertanto di essere incluse nella procedura Uniemens cui si fa riferimento nel richiamato protocollo del 31 maggio”.

 

“E’ evidente che qualora si desse seguito a quanto riportato dalla stampa ci troveremmo di fronte ad atti illegittimi, rilevanti anche sotto il profilo contabile, e comunque discriminatori, che non esiteremmo a sottoporre al vaglio delle competenti giurisdizioni”.

 

“Conseguentemente si invita formalmente l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale a non procedere alla realizzazione di quanto previsto nella suddetta Convenzione”, conclude la diffida.