BOERI E CIOFFI, COMINCIAMO MALE

Comunicato n. 24/15

Nazionale -

Il Presidente Boeri sta per nominare come proprio portavoce una giovane ex bocconiana, ci sarebbe da stabilire solo la natura del contratto. Questo è quanto risulta alla USB, ma, secondo il neo Direttore generale Cioffi, che ieri ha incontrato le organizzazioni sindacali dell’Istituto per un saluto, il sindacato non dovrebbe sapere simili notizie se non a cose fatte. E’ questa l’idea di trasparenza che ha il capo della Tecnostruttura dell’INPS? Ed anche il Presidente è dello stesso parere?

 

Non concordiamo affatto con il Dott. Cioffi quando afferma che è diritto del Prof. Boeri portarsi dall’esterno una persona di fiducia per svolgere tale incarico: vuol dire che la stessa fiducia non può riporla in un attuale dirigente dell’INPS? E quanti dirigenti della comunicazione avremo alla fine? Ci vengono i brividi perché ci sembra di rivivere l’era Mastrapasqua. Cominciamo male. L’INPS è un ente pubblico e non è cosa privata di chi è stato chiamato a guidarlo e a gestirne l’attività.

 

Per la verità le prime avvisaglie che le cose non cominciassero proprio nel verso giusto le abbiamo avute già dal 2 marzo, giorno in cui il Presidente Boeri ha salutato il personale in videoconferenza e nel pomeriggio ha incontrato le organizzazioni sindacali. Nel suo intervento il Prof. Boeri escluse la necessità di nuove riforme previdenziali, salvo affermare l’esatto contrario in un intervista rilasciata al Corriere della Sera nella stessa giornata e pubblicata il giorno seguente. Non ci è sembrato un bel segnale nei confronti dei lavoratori dell’ente e verso le organizzazioni sindacali.

 

Al Dott. Cioffi nell’incontro di ieri abbiamo contestato la mancanza del possesso dei requisiti previsti dalla Legge per svolgere l’incarico di Direttore generale dell’INPS. L’art. 8, comma 3, del DPR 639 del 1970 è chiaro quando afferma che – “Il Direttore generale è scelto tra i dirigenti generali dell’Istituto ovvero tra esperti delle discipline attinenti ai compiti dell’Istituto stesso…” . E’ stato proprio il neo Direttore generale, con molta onestà, nell’aprire l’incontro a ricordare la sua esperienza professionale maturata in incarichi di gestione del personale e di organizzazione in società private. Nulla a che fare dunque con i compiti dell’INPS. Probabilmente il Dott. Cioffi potrà risultare alla fine anche il miglior Direttore generale che l’INPS abbia mai avuto ma sta di fatto che la sua nomina non è conforme a quanto previsto dalle norme e anche questo è un pessimo segnale.

 

Nel suo intervento il Direttore generale ha chiesto tempo per riuscire a rendersi conto di dove è capitato, ha affermato di voler assicurare continuità con il passato ma ha sottolineato la necessità di interventi organizzativi per fare in modo che i servizi offerti ai cittadini siano migliori, soffermandosi in particolar modo sulle criticità del processo d’integrazione tra la gestione pubblica e quella privata. Rivolgendosi al sindacato ha detto in modo esplicito – non venite a chiedermi favori.

 

Proprio su questo punto nel nostro intervento abbiamo chiesto discontinuità con il passato. Abbiamo evidenziato l’arbitrio esercitato da diversi dirigenti nell’attribuzione delle posizioni organizzative e degli incarichi di responsabilità, la connivenza di buona parte della dirigenza con CGIL-CISL-UIL che alle recenti elezioni RSU si è spinta fino ad attuare in più di un caso una vera e propria caccia ai voti a favore di quelle organizzazioni sindacali, per fortuna con esiti per lo più negativi visti i risultati finali.

 

Abbiamo chiesto innanzitutto massima trasparenza nella gestione dell’Istituto e del personale e pari opportunità per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori dell’ente.

 

Riguardo ai problemi dell’integrazione, abbiamo riferito al Dott. Cioffi la nostra contrarietà alla soppressione dell’INPDAP, scelta fatta per continuare ad affossare il sistema previdenziale pubblico e scaricare sul bilancio dell’INPS il mancato pagamento dei contributi da parte delle amministrazioni pubbliche. Un’integrazione decisa ed attuata senza un preventivo studio dei costi, delle necessità organizzative e funzionali, errori che si stanno ripetendo con la prevista costituzione dell’Agenzia unica della Vigilanza, rispetto alla quale risultano insufficienti e approssimative le analisi fin qui fatte da Governo e Ministero del Lavoro. Abbiamo colto l’occasione per ribadire che anche su tale questione Amministrazione e Sindacato debbono avere ruoli distinti e ciascuno fare la propria parte con il comune obbiettivo di salvaguardare l’attività di Vigilanza e la professionalità dei lavoratori interessati.

 

Abbiamo chiesto che i Vertici dell’INPS si attivino per proporre al Governo un patto che assicuri un futuro all’INPS, attraverso un Piano pluriennale di prepensionamenti senza penalizzazioni e di nuove assunzioni. Questa è la vera staffetta generazionale. Servono almeno quattromila nuovi ingressi. Solo con il superamento degli attuali vincoli si potranno continuare ad erogare

 

 

servizi in modo adeguato, a meno che non si voglia ridimensionare drasticamente l’attività dell’ente riducendola a mera assistenza con l’erogazione di assegni pensionistici pari all’assegno sociale, come avverrà se non si interverrà per tempo e drasticamente sul sistema previdenziale pubblico per cancellare le storture fin qui fatte e per assicurare in futuro pensioni dignitose. Bisogna impedire che all’ente siano sottratte le competenze sulla Vigilanza e sulle Prestazioni a sostegno del reddito, così come è già stato fatto in passato con il recupero crediti affidato ad Equitalia.

 

Su questo il Dott. Cioffi ha assicurato che sia lui che il Presidente non sono venuti a smantellare l’INPS ma a farlo funzionare meglio, a restituirgli ruolo. Lo stesso disse Mastrapasqua e poi firmò una riorganizzazione pagata profumatamente alla KPMG che prevedeva la trasformazione dell’INPS in un grande call center, ma al neo Direttore generale vogliamo credere, dobbiamo credere, fino a prova contraria. Speriamo solo che non ci si avventuri in una nuova riorganizzazione dell’ente affidata magari proprio all’onnipresente KPMG.

 

Abbiamo terminato il nostro intervento con un preciso richiamo alla necessità di riavviare nel 2015 il percorso di crescita professionale ed economica dei lavoratori dell’Istituto, che deve riguardare sia i passaggi interni alle aree sia quelli da un’area all’altra. C’è un Piano già indicato dalla USB con l’Accordo di programma INPS 2010-2012 e ribadito nel 2014 e nella recente Piattaforma programmatica del sindacato di base. Non ci sono più scuse per non fare i passaggi. La Legge di stabilità del 2015 restituisce la possibilità di remunerare la crescita professionale dei lavoratori e di implementare i Fondi di ente. Abbiamo ribadito ieri dove reperire le risorse necessarie:

-      riportare lo straordinario all’interno del Fondo di ente rendendolo disponibile alla contrattazione;

-      farsi autorizzare l’utilizzo di una parte del “valore economico dell’efficienza”, stimato per il 2015 intorno ai 15 miliardi.

 

Vedremo quali saranno le prime mosse del Presidente e del Direttore generale e li giudicheremo sulle scelte concrete, senza pregiudizi, come abbiamo sempre fatto con tutti.