VOGLIONO PRIVATIZZARE LE STRUTTURE SOCIALI. GIU' LE MANI

Comunicato n. 10/17

Nazionale -

Ad uno degli ultimi tavoli in cui era presente ancora l’ex direttore generale dr. Cioffi, abbiamo chiesto un incontro per conoscere la situazione relativa all’utilizzo delle risorse del Fondo Credito, finanziato con il prelievo dello 0,35% dalle buste paga dei dipendenti pubblici, per un controvalore di circa 400,00 milioni di euro l’anno. Abbiamo rinnovato la richiesta anche ai nuovi vertici, chiedendo  di chiarire la scandalosa gestione delle strutture sociali che, pur ospitando ragazzi minorenni ed anziani, sono lasciate alla sola buona volontà dei funzionari che vi operano giornalmente, mentre altre strutture  che dovrebbero ospitare i ragazzi per le vacanze estive, sono in totale colpevole abbandono. Una situazione che non ci meraviglia affatto visto che il massimo dell’interesse del presidente Boeri è direttamente proporzionale alle due righe e mezza, che riportiamo sotto, inserite nella sua determina 110 sulle funzioni centrati e territoriali dell’istituto.

STRUTTURE SOCIALI - Le strutture sociali presenti sul territorio concorrono alla realizzazione delle finalità istituzionali in materia di attività sociali a favore degli iscritti, dei pensionati e dei loro familiari in attuazione delle direttive emanata e dei piani definiti dalla Direzione Generale.

Come dire l’acqua è bagnata. Oggi però queste poche righe sembrano concretizzarsi in quel rischio che avevamo lanciato sulla volontà dell’amministrazione di privatizzare le attività,   e svendere il patrimonio immobiliare del Fondo che, è bene chiarirlo, non fa parte del bilancio dell’INPS ed è spesso vincolato alla destinazione d’uso.

Ci auguriamo che le voci che stanno circolando con sempre maggior insistenza non siano fondate, anche perché qualcuno dovrà poi spiegare, magari anche alla Corte dei Conti, che fine hanno fatto i progetti presentati per il riutilizzo di tali strutture prima della rivoluzione sulla dirigenza voluta dal presidente Boeri. Sapendo benissimo che i nostri comunicati passano il vaglio accuratissimo dell’amministrazione, siamo certi che i vertici dell’Istituto potranno prendere atto della nostra posizione e riflettere attentamente su cosa fare, senza costringerci ad inviare una nuova ennesima formale richiesta di convocazione del tavolo nazionale su tale argomento, ma è ovvio che ove non arrivassero urgentissimamente risposte e chiarimenti su tali argomenti, saremmo costretti ad assumere forti le iniziative.