RSU INPS ROMA CASILINO SCRIVE A MATTARELLA. USB: NON SERVONO INDENNITA' MA NUOVE ASSUNZIONI

Comunicato n. 08/18

Nazionale -

La vertenza che da oltre sei mesi sta portando avanti la RSU di Roma Casilino ha come principale obbiettivo il recupero della dignità dei lavoratori e non certo la ricerca di nuove indennità per chi è impegnato nel servizio di informazioni all’utenza o la chiusura parziale degli sportelli. I lavoratori di quel quadrante della periferia romana fin dall’inizio della loro protesta hanno chiarito che lottavano innanzitutto per ottenere nuove assunzioni, in modo da poter recuperare una qualità dell’attività lavorativa  oggi compromessa da una serie di fattori: la scarsità del personale, appunto, la mancanza di una formazione adeguata, il cattivo funzionamento del sistema informatico.

Abbiamo preso ad esempio la vertenza di quella sede perché è emblematica del malessere generale delle realtà territoriali dell’INPS. Per risolvere quei problemi servono in primo luogo le 6.000 assunzioni chieste più volte dalla USB. In aggiunta a questo occorre che la formazione svolga il suo ruolo tenendo conto delle reali necessità del personale. In ultimo, è necessario intervenire tempestivamente sul sistema informatico per comprendere come mai non risulta più affidabile, risolvendo i problemi che quotidianamente si riversano sugli operatori di sede.

La ricetta indicata dalla UIL non ci convince, perché non sempre è possibile risolvere tutti i problemi con il riconoscimento di un’indennità economica o con la chiusura temporanea degli sportelli, che produrrebbe solo la crescita del numero di utenti, per giunta ancora più inferociti, nelle restanti giornate di apertura. Servono assunzioni, formazione e informatica funzionante.

Quando i lavoratori di una sede si rivolgono al Presidente della Repubblica per rappresentare il proprio malessere perché dai vertici dell’Istituto non hanno ottenuto la dovuta attenzione, vuol dire che la situazione sta arrivando ad un punto di non ritorno. Quando la RSU di una sede, come accade a Milano Nord, è costretta a dichiarare lo sciopero dei lavoratori, in segno di protesta per provvedimenti disciplinari impartiti per meri errori materiali, senza intenzionalità o dolo, è il segnale che il sistema è impazzito e a farne le spese è sempre la parte più debole, i lavoratori delle aree. Dobbiamo fare tutti la nostra parte per cercare di modificare una deriva inaccettabile e favorire adeguate soluzioni. Noi siamo pronti a farlo anche unitariamente alle altre organizzazioni sindacali, se gli obiettivi sono comuni, come stiamo dimostrando nella vertenza della Vigilanza. Quel che è chiaro è che non si può aspettare un solo minuto di più.

Per questo lanciamo un ultimo avvertimento ai vertici dell’Istituto: se nelle prossime settimane non arriveranno segnali positivi sui problemi da noi posti, non escludiamo il ricorso allo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INPS, una misura rapportata alla gravità della situazione.