CHI HA FIRMATO IL CONTRATTO CHIEDE IL RISPETTO DELLE REGOLE, MA QUANDO SONO SBAGLIATE E' GIUSTO CONTESTARLE

Comunicato n. 46/18

Nazionale -

E’ più importante risolvere i problemi dei lavoratori o perseverare nel volere la USB fuori del tavolo sindacale, perché così prevede un articolo del contratto collettivo nazionale?

CGIL-CISL-UIL-CONFINTESA-CONFSAL UNSA, che il contratto collettivo nazionale lo hanno firmato e che hanno voluto contenesse la norma che esclude dalla contrattazione integrativa chi invece il contratto non lo ha sottoscritto perché nel merito lo ritiene un brutto accordo, continuano ogni volta a porre il problema della presenza della USB alle riunioni nazionali. L’ultima volta è accaduto ieri, quando c’era da discutere su come l’Amministrazione intenda riorganizzare le direzioni regionali e le sedi.

Con un accanimento degno di miglior causa, CONFINTESA e CGIL hanno minacciato di abbandonare il tavolo se non si fosse chiarito chi avesse titolo a partecipare alla riunione. Ieri pomeriggio tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto hanno inviato una nota ai vertici dell’INPS per chiedere il rispetto delle relazioni sindacali per come previsto dal contratto collettivo, una formula criptica per dire: vogliamo la USB fuori del tavolo.

La risposta dell’Amministrazione non è tardata ad arrivare e per domani è stata convocata una riunione sulla riorganizzazione alla quale è stata invitata ufficialmente anche la USB.

Cogliamo positivamente tale segnale e ci permettiamo di rinnovare l’invito che abbiamo fatto alle altre organizzazioni sindacali nel corso dell’incontro di ieri presso la sala Trizzino della Direzione generale. Riteniamo che occorra al più presto confrontarsi sui temi concreti d’interesse generale, perché vi sono molti problemi da risolvere, come i passaggi per le aree A e B, sia all’interno che tra le aree, e non c’è tempo da perdere. A meno che si preferisca impantanare tutto in nome di una norma sbagliata ed antidemocratica, che rappresenta una libera scelta delle parti e non un obbligo di legge.

Mettiamoci a discutere e a litigare, se necessario, sui contenuti, ma non sulla forma, che escluderebbe dal dibattito interno il secondo sindacato dell’INPS. E avremmo il coraggio di chiamare, questa, democrazia e d’invocare il rispetto di queste regole?