MI MANDA IL PRESIDENTE. BUSACCA CERCA D'IMPALLINARE VITALE

 

AVVISO IMPORTANTE - GIOVEDI’ 25 OTTOBRE ALLE 14.30 PRESIDIO DAVANTI ALLA SEDE DELL’ARAN A ROMA ORGANIZZATO DALLA USB PUBBLICO IMPIEGO

AVVIO DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE SUI SISTEMI DI CLASSIFICAZIONE

Per favorire la partecipazione abbiamo indetto un’assemblea nazionale esterna, a partire dalle ore 13.00 per la Direzione generale e le sedi di Roma e per l’intera giornata lavorativa per tutte le altre sedi.

IL MANSIONISMO SI SUPERA CON IL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO

Appuntamento 25 ottobre ore 14.30 - Via del Corso N. 476, Roma

 

Comunicato n. 78/18

Nazionale -

Il 14 ottobre scorso Fabio Vitale, direttore regionale del Lazio, ha rilasciato un’intervista al quotidiano “La Verità”, nella quale dichiarava che l’INPS è pronto a fare la sua parte istituzionale per l’applicazione delle scelte che il governo ha inserito nella manovra economica riguardo a reddito e pensione di cittadinanza.

Il 19 ottobre il capo della segreteria unica tecnica normativa, Luciano Busacca, a nome del presidente Boeri scrive al direttore centrale risorse umane, Giovanni Di Monde, per chiedere se Vitale è stato autorizzato a rilasciare l’intervista alla stampa. Un’iniziativa che svela l’intenzione di voler procedere disciplinarmente nei confronti del dirigente. Sarebbe l’ennesimo procedimento nei confronti di un dirigente che negli ultimi anni ha osato più volte smarcarsi dall’omertà che caratterizza buona parte della dirigenza INPS. Un dirigente che quando era a capo della Vigilanza ha avuto tra le mani dossier molto scottanti, come l’affaire ENEL, che ha coinvolto l’ex direttore generale Massimo Cioffi, imposto da Boeri e poi scaricato dallo stesso presidente proprio per la vicenda legata al mancato versamento di contributi da parte dell’azienda energetica, di cui Cioffi era stato capo del personale. Ma lo stesso presidente dell’INPS risulterebbe sfiorato dall’altro delicato dossier riguardante il Gruppo Espresso, con lo scandalo dei dirigenti spostati da una testata all’altra e demansionati per accedere come poligrafici ai prepensionamenti. Fatto sta che Vitale ha collezionato in poco tempo una serie di procedimenti disciplinari. Adesso arriva quest’altra tegola sulla sua testa.

Un procedimento disciplinare per aver dichiarato che l’INPS è pronto ad attuare le politiche governative e parlamentari? Sembrerebbe davvero un paradosso se accadesse. E’ probabile che a Boeri non sia andata giù la parte dell’intervista nella quale Vitale dichiara che “… Come già chiarito dal Consiglio di Stato, il presidente o il Cda dell’Inps non possono mai assumere il rango di organi che compiano scelte di politica economica quale è quella previdenziale, compiti che invece spettano a governo e parlamento. All’Inps compete invece l’attuazione dal punto di vista amministrativo delle scelte del legislatore. Senza alcun protagonismo ed evitando atteggiamenti che si prestino a strumentalizzazioni; tutto ciò danneggia la stessa immagine dell’Istituto e dei suoi lavoratori… “. A Boeri devono aver fischiato le orecchie e si deve essere riconosciuto in quella critica, lui che non perde mai occasione per esprimere giudizi sulle scelte di politica economica dell’esecutivo, per avanzare proposte alternative, mettendo spesso l’Istituto in una posizione di grande imbarazzo ed i lavoratori in condizione di pericolo, perché i cittadini utenti mal digeriscono un INPS contrario all’anticipo della pensione rispetto alle scadenze della Riforma Fornero o al reddito e alla pensione di cittadinanza.

La segreteria unica tecnica normativa, una struttura inventata da Boeri in aperto contrasto con la necessità di tenere separati i compiti dei due organi dell’Istituto, quello di governo politico e quello di direzione amministrativa, con l’iniziativa del suo dirigente a nostro parere travalica le proprie competenze e diventa sempre più un ufficio agli ordini diretti del capo supremo dell’INPS, ma pagato da tutti noi contribuenti. Tutto questo ha poco a che fare con un’azienda pubblica e il governo farebbe bene ad intervenire prima che sia irrimediabilmente troppo tardi.