CARO MINISTRO BRUNETTA...

Roma -

 

ho letto, per caso, le sue dichiarazioni rilasciate al periodico GENTE del 1 settembre 2008, e devo dire che ne sono rimasto molto colpito. Ha iniziato con dissertazioni sulle sue doti fisiche e mentali, ci ha raccontato della sua altezza (quale?) ereditata dal papà e dell’intelligenza (quale?) regalo di mamma, si è dimenticato però di dirci da chi ha ereditato la cattiveria ed il livore.

 

Di tutte le sue esternazioni una mi ha dato da pensare, quando lei facendo delle riflessioni ed esprimendo giudizi su se stesso ha detto testualmente: “io povero, non bello né ricco, ho fatto il culo al mondo”.

 

Questa frase, mi ha molto colpito, perché io stesso, cittadino di questo mondo mi sento considerato da lei come un nemico, forse perché sono un dipendente pubblico che lavora da 35 anni presso l’INPS e pertanto un probabile fannullone od un possibile assenteista, perché da molti mesi ormai ha scatenato una violenta campagna d’odio per mettere i cittadini contro i dipendenti della pubblica amministrazione.

 

Queste sue dichiarazioni, però sono rivolte non solo ai pubblici dipendenti ma a tutti, perché a suo dire, il culo l’ha fatto al mondo intero. Sembra veramente che lei ministro ne ha per tutti senza distinzioni di sorta.

 

Mentre leggevo la sua intervista, mi sono convinto che il suo livore derivi da una grande voglia di rivalsa se non di vendetta verso gli altri; forse ci accusa che l’essere cresciuto poco è colpa nostra, e quando la vedo e la sento parlare mi torna in mente quella vecchia canzone di Fabrizio De Andrè, “Un giudice”, che se non ricordo male iniziava cosi: "Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura...".

 

 

Roberto Chiarelli

     RSU  D.G.