SELEZIONI INTERNE NEL LAZIO: IL GIUDICE CENSURA IL DIRETTORE REGIONALE

Comunicato n. 41/08

Roma -

La pervicace ostinazione del direttore regionale del Lazio a trasgredire le regole del confronto sindacale è stata finalmente punita.

 

Il Tribunale del Lavoro di Roma ha accolto il ricorso presentato dalla RdB-CUB, giudicando antisindacale il comportamento del dirigente dell’INPS in occasione della definizione dell’accordo del 12 maggio 2008 per la ripartizione dei posti per le selezioni interne.

 

Il direttore regionale del Lazio, infatti, invece di dar seguito all’accordo nazionale del 21 aprile, che riapriva i termini per la ripartizione dei posti su base regionale, convocava le organizzazioni sindacali su fantomatiche “Ricadute di carattere organizzativo della ripartizione dei posti per le selezioni interne, di cui all’art. 2 CCNI 2006 per le posizioni C3/C4”, senza avere in precedenza raggiunto alcun accordo.  In soccorso del dirigente generale accorrevano CISL e CGIL del Lazio che firmavano l’accordo, mentre la UIL, che inizialmente aveva censurato il comportamento del dirigente, aderiva di fatto successivamente all’accordo stesso, come sottolineato nella sentenza del ricorso, siglando l’accordo nazionale del 4 luglio che implementava i posti e rinnegando così i precedenti propositi bellicosi forse per una lenticchia a Civitavecchia ed un’altra chissà dove…

 

La RdB-CUB ha mantenuto invece una posizione salda e coerente, denunciando il comportamento di un dirigente che si è sempre comportato da padre padrone e così facendo ha impedito lo sviluppo di un confronto sindacale serio e rispettoso delle prerogative contrattuali.

 

La sentenza del giudice del lavoro tuttavia stabilisce che l’accordo del 12 maggio rimane valido e di questo si prende atto con piacere, poiché non c’è mai stata l’intenzione della RdB-CUB di essere di ostacolo allo svolgimento delle selezioni, ma piuttosto di vedere affermato un principio di correttezza e sanzionato il comportamento del dirigente.

 

Per tale motivo si chiede ora la rimozione del suddetto dirigente dall’incarico di direttore regionale del Lazio, senza tuttavia quelle scappatoie trite e ritrite di un trasferimento che sappia di promozione, magari in sede centrale alla direzione centrale patrimonio. Si attende un primo atto di coerenza da parte del direttore generale e del presidente-commissario. Non è possibile, infatti, che i lavoratori delle aree quando inviano una mail non gradita alla dirigenza siano deferiti all’ufficio disciplina, mentre ai dirigenti è consentito trasgredire le norme contrattuali senza incorrere in alcuna censura o provvedimento. Se si vuole avviare un nuovo ciclo si cominci dalla dirigenza, altrimenti sarà palese che la stretta sul rispetto delle regole riguarda solo il personale delle aree ed in questo caso… è roba vecchia, che abbiamo già visto e subito.

 

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB PI INPS LAZIO

 

Coordinamento nazionale RdB-CUB PI INPS