UN RIASSETTO GRATIS

Comunicato n. 24/09

Roma -

 

Nonostante le forti contraddizioni e le notevoli perplessità suscitate dal nuovo modello organizzativo, in particolare per quanto concerne l’aumento indiscriminato dei carichi di lavoro specie nelle agenzie ed il paventato ricorso alla mobilità d’ufficio, il riassetto purtroppo è cosa fatta. Ma la cosa più sconcertante in assoluto è che per il 90% del personale non è stata prevista alcuna contropartita, il che è decisamente inaccettabile.

Certo, sarebbe stato bello mettere in minoranza (ed era già successo) i fautori della riorganizzazione a tutti i costi. Ma così non è stato.

In effetti, dei 5 punti previsti dal verbale d’intesa sulla riorganizzazione delle aree metropolitane, se ne salva secondo noi giusto uno, quello che prevede la riqualificazione del personale attraverso percorsi formativi specifici. Un pianto greco tutto il resto:

 

·        presa in giro ufficiale per quanto riguarda i comitati provinciali e regionali, il cui parere non si sa bene a questo punto a che serve;

·        espressamente prevista la mobilità territoriale, scartata a priori dal Presidente;

·        adozione di nuove ed apposite figure professionali, la cui indennità verrà ancora una volta prelevata dal Fondo di Ente;

·        creazione ex novo, in casi particolari, del cosiddetto “ruolo intermedio”.

 

La patata bollente, perché di questo si tratta, passa intera sui tavoli regionali, che ora  dovranno gestire la pesante situazione ereditata, dirimendo per quanto possibile la già intricata matassa e in ogni caso consapevoli dei pochi spiragli rimasti a disposizione.

Appena il caso di ricordare che, a patto di avere coraggio, ad una legge ingiusta e oltre tutto palesemente discriminatoria, nessuno è tenuto in realtà ad obbedire. E meno che meno a rafforzarla siglando accordi indecorosi da respingere invece con forza al livello più alto. Sul tavolo nazionale peraltro il top è stato raggiunto quando l’amministrazione ha ribadito che “razionalizzazione non vuol dire necessariamente risparmio”. Ma allora?

Viste le premesse e non presagendo nulla di buono, anticipiamo le tre semplici domande che porremo la prossima settimana al tavolo regionale:

 

1.     E’ vero o non è vero che la sede di Roma centro chiuderà a breve, anche per far posto ai locali della nuova sede regionale?

2.    Risponde anche al vero che le agenzie di Anzio, Fidene e Montefiascone subiranno comunque dei tagli?

3.     Quali sono infine i tempi di attuazione dell’intero progetto?

 

E’ su questi temi che intendiamo fare chiarezza una volta per tutte e ora pretendiamo risposte definitive e trasparenti, per ridare tranquillità e certezze a tutti i lavoratori.

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio