UN APPELLO INASCOLTATO

Comunicato n. 23/10

Roma -

 

Che tutta la partita riguardante la complessa e delicata materia della invalidità civile fosse stata presa, per così dire, alquanto sotto gamba era evidente ai più fin dall’inizio. Che il certificato medico digitale avrebbe complicato la vita a molti e comunque non sarebbe divenuto la panacea di ogni male erano in tanti ad averlo previsto. Che il nuovo iter procedurale imponesse di colpo agli utenti ed ai patronati una semplicità solo teorica, mentre la realtà si presentava oggettivamente diversa, non era certo difficile immaginarlo.   

Tuttavia l’ostinazione ancora una volta dimostrata dall’amministrazione nel non considerare adeguatamente dubbi e perplessità lasciano veramente di stucco. In barba alle cosiddette Linee di attuazione 2010 e alle intenzioni di concludere i procedimenti comunque entro 120 giorni dalla ricezione della domanda, senza peraltro avere a disposizione gli archivi ASL a livello regionale, la situazione si è nettamente deteriorata ed in alcune sedi è giunta alla paralisi.

I programmi informatici per l’accettazione delle domande non funzionano, tutto l’arretrato non è stato preso in debita considerazione, mancano perfino i medici e, cosa ancor più grave, si prospetta un clamoroso boomerang economico per l’Istituto, la qual cosa per la verità avevamo inutilmente denunciato tre mesi or sono pubblicamente. Senza ovviamente avere risposta.

Considerato il caos esistente, le uniche risposte (per quanto doverose, parziali) oggi riguardano l’opportunità di accogliere eventuali domande di aggravamento come cartacee, protocollarle, attendere la definizione dell’iter del verbale (sic!), acquisirle ed inserirle poi nel flusso telematico (vedi messaggi 14391 e 15688). Ma le disfunzionalità tuttora presenti nel sistema invalidità civile sono enormi, com’è stato del resto recentemente rilevato in via formale anche dalla FeMePa.

La videoconferenza tematica di fine luglio è stata allestita dall’amministrazione proprio per verificare lo stato dell’arte: un raro momento di approfondimento e disamina delle questioni di maggior rilievo riguardanti l’invalidità civile alla luce delle “novità” intervenute nella materia. Che non sembra aver sortito effetti.

Nella generale acquiescenza, infatti, il coraggioso intervento del presidente del comitato provinciale di Viterbo ci appare purtroppo francamente isolato. La sua circostanziata denuncia inviata al Ministero del Lavoro fotografa senza appello la situazione. Con buona pace del ministro contro la Pubblica Amministrazione Brunetta che continua a considerare il numero delle domande di invalidità civile  drasticamente diminuito (???), da quando c’è stato il passaggio di competenze. Non crediamo che nelle altre province la situazione sia sostanzialmente diversa ed anche nell’area metropolitana romana, per esempio, dopo il decentramento sede per sede, vengono trattate solo le urgenze senza considerare gli arretrati. Quello che sinceramente possiamo augurarci nell’interesse di colleghi ed utenti è che stavolta l’appello possa essere adeguatamente raccolto da chi di dovere. Con meno ipotesi avveniristiche. E magari con maggiore aderenza alla realtà.  

 

 

Coordinamento regionale RdB-USB INPS Lazio