IL TENTATIVO DI INTIMIDAZIONE NON PASSA, IN MIGLIAIA TIMBRANO L'ASSEMBLEA DI UN MINUTO

A Pordenone una straordinaria giornata di lotta

Nazionale -

 

Mentre ci avviciniamo alla sede INPS dall’altoparlante portato in piazza ascoltiamo le parole di una nota canzone interpretata da Alberto Sordi, che fa: “te c’hanno mai mannato a quer paese…”. Ci scambiamo uno sguardo e capiamo al volo a chi è dedicata la divertente canzonetta. Comincia così una lunga ed entusiasmante giornata di mobilitazione.

 

La sede INPS di Pordenone per oggi è chiusa al pubblico. Arrivano delegazioni di lavoratori da Trieste e Gorizia, molto numerosa quella da Udine. Ci si posiziona per il corteo che ci porterà all’auditorium della Regione, dove si terrà l’assemblea. Ignazio guida in modo impeccabile l’organizzazione della manifestazione. In testa al corteo le bandiere dei quattro sindacati che hanno organizzato l’iniziativa. Si respira una forte emozione positiva e in tutti c’è la convinzione di partecipare ad un percorso unitario importante, che mette al primo posto la dignità dei lavoratori.

 

La sala si riempie di uomini e donne che hanno deciso di esporsi, di metterci la faccia, di superare un diffuso senso di rassegnazione e recuperare protagonismo nelle lotte.

 

Alla notizia della decisione dell’amministrazione di portare il valore del buono pasto a 12 euro a partire da ottobre, i lavoratori rispondono con sostanziale indifferenza, sicuramente convinti che sia stata la mobilitazione di questi giorni a condizionare la scelta dell’amministrazione, ma altrettanto consapevoli che non è questo l’obiettivo della vertenza che abbiamo aperto e che stiamo attuando con sempre maggiore partecipazione. E’ il segnale che i lavoratori sono più avanti e più maturi di quanto pensi qualche demagogo che continua a vendere filtri per la giovinezza ma ha la pelle segnata dal tempo.

 

Si delineano i punti sui quali non si è disposti ad indietreggiare:

  • Impedire che l’amministrazione attui una riorganizzazione che sia funzionale alle esternalizzazioni dei servizi e delle attività e che abbia come obiettivo principale il risparmio di spesa;
  • Ottenere l’applicazione dei contenuti del contratto integrativo 2009;     
  • Porre alla base della contrattazione integrativa 2010 non la Riforma Brunetta ma l’esigenza di salvaguardare il valore delle retribuzioni, alla luce di quattro anni di blocco dei contratti nazionali collettivi.

 

Si evidenzia la necessità di iniziative che denuncino il pericolo di un  ridimensionamento della funzione dell’INPS verso un ruolo prettamente assistenziale, sottolineando il bisogno di un rilancio della previdenza pubblica.

 

Dai lavoratori arrivano sollecitazioni in merito a specifiche questioni che meritano attenzione, alcune delle quali già inserite negli obiettivi della vertenza: ex insegnanti; polizza assicurativa; formazione; comitato pari opportunità; appalti e accentramento in sede regionale delle attività di supporto.

 

Ci continuano ad arrivare nel corso dell’assemblea telefonate dai delegati di sede che chiedono chiarimenti sulla decisione dei direttori di  negare le assemblee di 1 minuto, a seguito della nota dell’8 settembre inviata dall’amministrazione centrale a tutti i direttori. L’obiettivo dell’amministrazione di far fallire quella forma di mobilitazione riesce in modo assolutamente parziale, perché sono davvero in tanti a sfidare le minacce di un’amministrazione in evidente stato confusionale normativo e che minaccia provvedimenti disciplinari negando un diritto riconosciuto contrattualmente.

 

I lavoratori del Friuli V.G. reagiscono chiedendoci di andare avanti, di intensificare le iniziative di lotta fino alla grande manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 1° ottobre. Si sottolinea l’importanza di uno sforzo generale per la piena riuscita della consultazione del 15 settembre sulle “Linee guida 2010”.

 

Ormai siamo alla fine di questa straordinaria giornata. Abbiamo visto lavoratori con la schiena dritta respingere le provocazioni dell’amministrazione. Abbiamo ascoltato le loro voci che ci hanno chiesto di proseguire nel percorso unitario. Un solo neo e rammarico: peccato che qualcuno abbia scelto di essere da un’altra parte.       

 

 

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