CONTRATTI DEI LAVORATORI PUBBLICI, DI MALE IN PEGGIO

Comunicato n. 23/11

Nazionale -

 

Contratti del pubblico impiego bloccati fino a tutto il 2015? Potrebbe essere questa una delle misure che il governo adotterà per arrivare al pareggio di bilancio nel 2014, previsto dalle recenti scelte economiche dell’Unione Europea. Lo scippo di due contratti triennali (2010-2012 e 2013-2015) porterebbe ad una perdita salariale complessiva per ogni lavoratore di almeno 12.000,00 euro in sei anni, mitigata solo parzialmente dal riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale.

L’ipotesi appare verosimile leggendo il DEF, (Documento Economico Finanziario), approvato dal governo nei giorni scorsi. Il D.Lgs. 78/2010 aveva già previsto il blocco delle retribuzioni dei lavoratori pubblici fino a tutto il 2013, il DEF per gli anni 2014 e 2015 considera la sola vacanza contrattuale.

Chi continua a firmare accordi con questo governo dovrebbe vergognarsi nel sostenere che lo faccia nell’interesse dei lavoratori. Perché rassegnarsi alla perdita di uno o, addirittura, di due rinnovi contrattuali? La crisi economica non l’abbiamo prodotta noi e non dobbiamo accettare le misure economiche del governo con il senso di colpa di chi pensa di essere un privilegiato rispetto ad altre categorie di lavoratori. Dobbiamo tornare ad indignarci, a rivendicare stipendi adeguati, anche perché chi ci scippa il rinnovo dei contratti poi aumenta le spese della politica infischiandosene della crisi.

 

 

I SOLITI RADICALI

 

I Radicali hanno presentato una proposta di Legge, (Atto della Camera N. 1611 del 2011), che prevede la restituzione dei contributi versati nella gestione separata dell’INPS, Art. 2 Legge 335/1995, qualora i versamenti non diano luogo ad una prestazione pensionistica per mancanza dei requisiti minimi.

In linea generale può apparire a prima vista una richiesta legittima, ma minerebbe i principi fondamentali su cui si è retto finora il sistema previdenziale in Italia e poi i Radicali evitano di ricordare che, qualora non si raggiunga il requisito minimo per la prestazione, il lavoratore a 65 anni può usufruire dell’assegno sociale, sempre che si rientri nei limiti di reddito, incassando il sostegno dalle casse dello Stato. Non è la prima volta, d’altronde, che i Radicali puntano la loro “pacifica arma” contro le amministrazioni pubbliche. Ricordiamo, per esempio, il referendum promosso anni fa con l’obiettivo di togliere all’INAIL il monopolio assicurativo contro gli infortuni.

Che la gestione separata sia una grande fregatura l’abbiamo denunciato dalla prima ora, anche perché abbiamo avuto la testimonianza diretta di tantissimi giovani costretti a dimettersi, rinunciando al contratto da lavoratore dipendente, per avviare il giorno seguente una collaborazione coordinata e continuativa di cui si sono avvantaggiate esclusivamente le imprese, a danno delle casse dell’INPS e degli stessi lavoratori. Nel 1996 e negli anni seguenti i Radicali non sono apparsi interessati alle sorti dei lavoratori iscritti alla gestione separata. L’Associazione Nazionale Consulenti Tributari (ANCOT), che sostiene la proposta dei Radicali, ha annunciato per il 20 maggio una protesta davanti alle sedi INPS. Ci saremo anche noi, per chiedere lavoro vero per i tanti precari costretti ad accettare contratti a progetto e per rivendicare la difesa ed il rilancio della previdenza pubblica.