BUONI PASTO RIDOTTI A 7 EURO

Da oggi i lavoratori degli Enti pubblici non economici perderanno circa 60 euro netti al mese. Questo è uno dei primi risultati della "Spending review".

Nazionale -

Grazie a tutti. Grazie alle amministrazioni degli Enti pubblici non economici, che non hanno mosso un dito per salvaguardare il valore del buono pasto. Grazie ai sindacati concertativi e complici, compreso quelli che fanno finta di agitarsi, per questo ulteriore risultato. Anche stavolta probabilmente la CISL dirà che poteva andare peggio e che è bene accontentarsi. Grazie, infine, ai lavoratori che in questi mesi e in questi anni di attacco al pubblico impiego non hanno partecipato ad alcuno sciopero, con la scusa che ormai scioperare non serve a niente ed hanno continuato a delegare le decisioni a CGIL-CISL-UIL. Oggi quegli stessi lavoratori saranno i primi a lagnarsi della decurtazione del valore del buono pasto e a mettere i sindacati in un unico calderone emettendo sentenze da bar dello sport.

 

La si potrà raccontare in qualunque modo, ma la diminuzione del valore del buono pasto erode la tenuta degli stipendi, che già risentono del mancato rinnovo dei contratti. Le amministrazioni ora dovranno impegnarsi per recuperare con la contrattazione integrativa quanto i lavoratori hanno perso. Sul taglio del buono pasto non possiamo che ripetere quello che abbiamo già detto nei mesi scorsi. Una norma inutile, perché produce risparmi assolutamente contenuti (appena 52 milioni di euro all’anno in tutto il pubblico impiego) ed anche iniqua, perché lascia invariato il valore dei buoni pasto inferiori a 7 euro (per esempio nella Sanità, dove non si arriva ai 5 euro).

 

Finora il pubblico impiego italiano non ha risposto come avrebbe dovuto agli attacchi attuati dal Governo del Paese e ispirati dalla Banca centrale europea, dal Fondo monetario internazionale e dalla Commissione europea. Le recenti manifestazioni in Spagna, Grecia e Portogallo indicano la necessità di costruire una risposta forte e conflittuale ai progetti di smantellamento del welfare. Il 3 ottobre USB, insieme alla Federazione sindacale mondiale, organizza a Roma una manifestazione per il diritto al cibo, all’acqua potabile, alle medicine, ai libri, alla casa. Il 27 ottobre si svolgerà una manifestazione nazionale contro le scelte del Governo, il “NO MONTI DAY”. Due occasioni importanti, in cui i lavoratori pubblici possono portare il loro contributo di lotta contro lo smantellamento della pubblica amministrazione e la svendita dei servizi.