SAREBBE TROPPO FACILE

Comunicato n. 31/13

Roma -

Sarebbe troppo facile rammentare, documenti alla mano, la cosiddetta “messa in sicurezza” dell’incentivo dei lavoratori, sia di novembre 2013 che addirittura di febbraio 2014, sbandierata un mese fa ai quattro venti dai confederali (con la CISAL abituale ruota di scorta), grazie a “formidabili ed incalzanti pressioni”. Sarebbe troppo facile rilevare, documenti alla mano, come lo spostamento del termine per le domande di mobilità regionale, di cui altri si arrogano il merito, sia stato in realtà chiesto e ottenuto ufficiosamente e poi formalmente da USB. Sarebbe troppo facile evidenziare, documenti alla mano, come sulla emergenza nella quale versa purtroppo lo stabile di via Spegazzini tre dei quattro firmatari il documento in cui si blatera pomposamente dell’allarme sicurezza “lanciato da mesi” non abbiano in realtà mai messo piede nella sede ex INPDAP di Roma 3. Sarebbe troppo facile ricordare, documenti alla mano, l’integrazione pretesa ed ottenuta circa l’attribuzione aggiuntiva di ben tre punti (rispetto ai criteri fissati sul tavolo nazionale), riguardante il bando di selezione per funzionari addetti al contenzioso in materia di invalidità civile, esponendo il bando a possibili ricorsi.
Sarebbe troppo facile riportare, documenti alla mano, le posizioni “interessate” all’apertura dell’ennesimo mercato delle posizioni organizzative, funzionali solo ad una “riorganizzazione” non condivisa, un vero e proprio smantellamento che altrimenti non avrebbe futuro, con risorse al solito prelevate dal Fondo di Ente. Sarebbe troppo facile, appunto.


Non accettiamo provocazioni da chi ancora oggi usa il condizionale (i lavoratori vedrebbero decurtato il loro salario accessorio) mentre il documento emanato dalla ragioneria generale dello Stato è oggettivo, inequivocabile (vedi allegato).
Per questo motivo, piuttosto che parlare di quel che loro non hanno fatto o non hanno avuto il coraggio di fare, preferiamo ritornare con la memoria alle tante battaglie condotte in questi ultimi sei mesi e sempre in beata solitudine da USB (vedi documento allegato). E tutto ciò mentre qualcuno si avventura, proprio in un frangente del genere, in fantomatici corsi di formazione solo pro domo sua. Ovunque in regione da Anzio a Monteverde, da Viterbo a Latina, da Guidonia a Montesacro, da Frosinone a Rieti alto si solleva il grido contro chi ha consentito tutto ciò senza muovere paglia ed ora spinge i lavoratori ad una mobilitazione, che si vorrebbe da più parti unitaria. Cosa ampiamente comprensibile, ma resa peraltro impossibile nel Lazio da una volontà palesemente discriminatoria della banda dei quattro, coadiuvata purtroppo da una direzione regionale indecisa e poco autorevole (in verità decisionista ed autorevole solo quando fa comodo). La USB non ostacolerà certo le iniziative, per quanto tardive, indette dalle altre OOSS ad ogni livello, in quanto mirano a scongiurare il taglio delle retribuzioni, riconoscendo nei fatti che i compensi incentivanti dei lavoratori non sono stati per niente messi in sicurezza. All’appello mancano comunque altri 45 milioni di euro (94 + 45 per un totale di 139), dei quali in troppi si stanno dimenticando, ma indispensabili a finanziare in maniera appena adeguata il processo imposto d’integrazione tra gli Enti. E sarebbe troppo facile prelevarli ancora dal Fondo...