LA RIUNIONE FANTASMA

Comunicato n. 38/14

Roma -

Risulta francamente difficile resocontare quanto accaduto (ma si potrebbe pure dire non accaduto) nel corso della riunione di mercoledì 29/10 presso la sede regionale, in occasione della rideterminazione dell’orario di servizio e di lavoro.

La richiesta unitaria era quella di ridiscutere approfonditamente l’intera materia e addivenire poi alla definizione di un eventuale accordo quadro che facesse da canovaccio regionale ferme restando le peculiarità esistenti a livello territoriale.

Si è partiti dai “famosi” rilievi del MEF che comunque non bastano a giustificare le decisioni assunte unilateralmente dalla DG e poi trasmesse con il messaggio Hermes n. 7492, la successiva accettazione “obtorto collo” del paletto inerente le tassative 50 ore da spalmare in qualche modo e senza troppe recriminazioni nella settimana, per finire alla prevista chiusura anticipata delle sedi e agenzie.

L’unica eccezione è stata rappresentata dal fatto che, per le strutture sociali di Anagni e di Monteporzio Catone, bisognerà prevedere al più presto qualcosa di oggettivamente diverso, considerate le singole specificità, nell’articolazione dell’orario.

Ma la vera sorpresa è stata quella di verificare prima dell’inizio della riunione la sottoscrizione del cosiddetto accordo quadro regionale da parte di CGIL e CISL, fatta praticamente a scatola chiusa, mentre la CISAL mirava a prender tempo. Mancava all’appello la sola UIL, per la verità stranamente assente, ma ci risulta che essa abbia siglato successivamente l’accordo senza difficoltà come sempre.

Abbiamo a questo punto rappresentato tutte le nostre perplessità, a cominciare dalla inaccettabile differenza (ma si potrebbe anche parlare di discriminazione) di orario tra i dipendenti della DG e quelli più sfortunati sul territorio nazionale, evidenziando inoltre il fatto che l’orario di servizio congegnato così com’è va ad impattare comunque sull’orario di lavoro.

Abbiamo poi rammentato la bontà e la legittimità degli accordi stipulati a livello locale che vanno comunque salvaguardati, abbiamo rilevato il comportamento esemplare delle RSU che a tappeto si sono sganciate dalle pressioni confederali assumendo posizioni autonome degne di nota, fino ai documenti unitari ma nel vero senso della parola sottoscritti da tutte le OOSS nelle Puglie e in Sardegna.

Cosa che purtroppo non è accaduta nel Lazio, dove la formula con cui Cartesio indicò la certezza indubitabile che l’uomo ha di sé stesso, in quanto è soggetto pensante, è stata praticamente stravolta con un becero “firmo dunque esisto”.

Velo pietoso sui goffi tentativi di certa dirigenza di convocare (e riconvocare) le riunioni sull’orario alla disperata ricerca di qualcuno che firmi. Senza vergogna.

Travolta nella notte di Halloween, sembra che l’amministrazione centrale abbia tardivamente deciso di correre ai ripari e voglia rimettere tutto in discussione a partire dalla scadenza per la rideterminazione dell’orario inizialmente fissata ad oggi ed invece da procrastinare. Grazie alla mobilitazione in atto nella regione.

Con buona probabilità, se ne discuterà sul tavolo nazionale proprio come aveva legittimamente richiesto la USB all’incirca tre settimane fa. In beata solitudine. Proni ad ogni diktat, quelli che hanno più o meno improvvidamente firmato ora rimangono col classico cerino in mano. Come giustificheranno il loro operato???