"ESPROPRIO..."

Piccolo contributo al necessario dibattito sulle pensioni

Lodi -

Negli anni settanta un fantasma sembrava terrorizzare i buoni borghesi: l’esproprio proletario. Gruppi di giovinastri entravano nei negozi e prelevavano senza pagare qualche maglietta o qualche jeans, oppure generi alimentari dai banconi dei supermercati. Si mobilitò la stampa, i partiti si stracciarono le vesti e si urlò all’esproprio, terrorizzando anche i piccoli proprietari di casa, convincendoli che se si andava avanti così quei barbari gli avrebbero espropriato anche il modesto appartamento. Che poi in molti casi gli fu davvero espropriato, ma dalle banche …

 

Sono passati quarant’anni, la memoria è corta.

A partire dagli anni Novanta è cominciato l’assalto al sistema pensionistico. Usando il terrorismo psicologico, farcito di menzogne, dati falsi, trucchi informativi, si è convinto il popolo (piccola e media borghesia e, purtroppo anche i lavoratori salariati) che i pensionati sono dei parassiti, che prendono pensioni non meritate, perché calcolate con il sistema “retributivo”, che sono dei privilegiati che vanno in pensione troppo presto a scapito dei propri figli e via dicendo... Sull’onda di questa campagna terroristica, si sono espropriati i lavoratori di quanto hanno versato, si sono allungati gli anni di lavoro prima di accedere alla pensione. Insomma: si è attuata la più grande rapina del secolo. Spesso con l’acquiescenza o addirittura il consenso delle vittime.

 

Bisognerebbe fare ordine. Per esempio: quanti sono i contributi sterili, che non generano pensione, perché il lavoratore è morto? Quante sono le pensioni di reversibilità pagate? E per quali importi, visto che sono stati introdotti, ormai da decenni, il cumulo pensionistico e i relativi tetti? Quanti sono i contributi pagati dai lavoratori senza arrivare alla soglia minima (tra questi moltissimi lavoratori extra comunitari) e quindi riversati nelle casse dell’Inps senza ricevere poi pensioni? E soprattutto quanto costano alle casse dell’INPS e quindi dei lavoratori  i cosiddetti FONDI SPECIALI di categorie come gli ex dirigenti d’azienda, dalle pensioni abbondanti, passate a carico dell’INPS, perché è fallito l’INPDAI l’ente “autonomo” gestore e dunque con l’Istituto pubblico costretto a pagare pensioni molto al di sopra della media senza averne ricevuto i relativi contributi? O come i telefonici, gli elettrici, i ferrotranvieri ecc., tutti falliti e passati a carico dell’INPS senza contributi? Quanto costano le pensioni di categorie che hanno versato pochissimo (per esempio coltivatori diretti, commercianti, artigiani)? A quanto ammonta il debito dello Stato verso l’ex INPDAP per contributi non versati? A quanto ammonta il valore degli immobili, frutto dell’investimento dei contributi versati dai lavoratori,  espropriati agli enti previdenziali attraverso la cartolarizzazione voluta da Tremonti? A quanto ammontano i contributi versati dai politici per pensioni dagli importi scandalosamente alti?

È solo un elenco disordinato e molto parziale. Ma se nemmeno conosciamo questi dati, di cosa parliamo?

 

Come diceva il vecchio Brecht: “Impara, sessantenne. Controlla il conto, / sei tu che lo devi pagare. / Punta il dito su ogni voce, / chiedi: e questo, perché? / Tu devi prendere il potere.”

 

... E capire il perché e cosa nasconde il progetto INPS “la mia pensione”.

 

Coordinamento USB INPS LODI