IL LAVORO... "DEGLI ALTRI"

Comunicato n. 03/16

Nazionale -

Nella relazione del presidente Boeri all’incontro con la dirigenza di sabato 23 gennaio, pubblicata nell’intranet dell’Istituto, si fa riferimento, con nostro grande piacere, al ”valore economico della produzione”, che il presidente vuole rinominare “contributo alla riduzione del debito pubblico” per far comprendere, ammesso che ve ne sia bisogno, il ruolo positivo svolto dall’INPS nel contesto generale del Paese, in un momento di “crisi lunga” e sistemica come quella che stiamo vivendo dal 2007.

Mentre esprimiamo il nostro compiacimento vogliamo invitare il presidente a far un’ulteriore riflessione, passando dalle parole ai fatti.

I miliardi relativi al valore economico della produzione, oltre 13 nel 2013, 14,9 del 2104 ed 15,6 nel 2015, (vedi circolare 146/2014),  non sono piovuti dal cielo, ma sono il frutto del lavoro dei dipendenti dell’INPS e l’argomento, forse nuovo per il presidente, era stato già oggetto di un comunicato della USB del 12 agosto 2014, con il quale si chiedeva già allora che una piccolissima percentuale di tale “riduzione del debito pubblico” tornasse nel fondo del sistema incentivante dei lavoratori come “dividendo dell’efficienza”.

Se il presidente non vuole recitare la parte di chi si prende furbescamente i meriti che altri raggiungono dovrebbe a nostro avviso riavviare immediatamente il tavolo di confronto per il Contratto Integrativo 2015, approvare i bandi per le progressioni economiche con decorrenza gennaio 2015 e finanziare tali passaggi proprio con una piccolissima quota di quel contributo notevolissimo (quasi un punto di PIL)  alla riduzione del debito pubblico, ottenuto grazie ai sacrifici ed all’impegno di tutti i lavoratori dell’Istituto.

I lavoratori, pur senza il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro da oltre sei anni, non hanno aspettato di conoscere il nuovo modello di organizzazione per fare il proprio dovere, garantendo tutti gli anni i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Sarebbe ora il caso che anche il presidente ed il direttore generale ne prendessero atto e facessero il loro, senza rilanciare per l’ennesima volta la palla, riconoscendo da subito (ed è già tardi) il lavoro svolto, evitando di appuntarsi medaglie, su risultati che altri hanno raggiunto prima di loro e forse malgrado loro.

Per altro verso siamo preoccupati perché nelle slides “la nostra storia il nostro futuro” sembrano sparire con una colpo di spugna tutti i profili dell’area  A, che l’amministrazione sembra non prendere in considerazione in alcun modo rispetto “all’evoluzione del modello professionale”. Non vorremmo che fra il lusco e il brusco la riorganizzazione si facesse sulle spalle di chi svolge costantemente mansioni superiori.

Abbiamo già fermato, ai tempi della ministra Fornero, un presidente che voleva sbarazzarsi dei lavoratori dell’area A.

Nessuno si faccia illusioni, abbiamo combattuto allora, lo faremo anche stavolta.