INPS, NEL "LABIRINTO" FINISCE ANCHE ROSANNA CASELLA

Comunicato n. 38/16

Nazionale -

Oltre all’ex direttore generale dell’INPS, Vittorio Crecco, anche l’ex direttore centrale risorse strumentali, Rosanna Casella, finisce tra gli indagati all’interno dell’inchiesta “Labirinto”.

 

Il filone dell’indagine che riguarda i dirigenti dell’INPS è quello relativo alla gestione del contact-center integrato INPS-INAIL. Nel 2004 la gara per il servizio fu vinta dal consorzio capeggiato da Postelink. Tre anni dopo, alla scadenza del contratto, l’appalto fu prorogato con affidamento diretto per altri tre anni, fino al settembre 2010, per un costo complessivo, in sei anni, di oltre 130 milioni di euro. E’ quanto si apprende da un articolo a firma di Chiara Brusini, pubblicato lo scorso 5 luglio su “il Fatto Quotidiano”.

 

L’inchiesta sta mettendo in luce un valzer di subappalti fittizi che nascondono un vasto giro di tangenti. Il servizio di contact-center andò poi a gara nel 2009 e, sempre da quanto riportato dall’articolo de “il Fatto Quotidiano”, l’11 maggio di quell’anno, appena 1 ora e 15 minuti prima della scadenza del termine stabilito dall’INPS per la consegna delle offerte, sembra che il direttore centrale risorse strumentali, Rosanna Casella, abbia prorogato di quattro giorni il termine della gara, sostenendo che fino a quel momento non erano arrivate offerte. Risulterebbe, invece, che il raggruppamento temporaneo d’imprese Auselda avesse regolarmente depositato l’offerta. La proroga permise a Postelink e a Transcom Worldwide di partecipare alla gara e a quest’ultimo raggruppamento di vincerla. Secondo quanto riferisce “il Fatto Quotidiano” il sistema dei subappalti fittizi proseguì anche con la nuova gestione del contact-center, così come il fiume di tangenti.

 

Le proroghe degli appalti con affidamento diretto senza gara all’INPS sono state negli anni una costante e, a mero titolo di esempio, citiamo la gestione del patrimonio immobiliare, i servizi informatici ed ora, da quanto si apprende, anche la gestione del contact-center. In questo modo sono state falsate le regole di mercato e della libera concorrenza, non per garantire servizi efficienti ai cittadini ma per inseguire interessi personali. E’ venuto il momento di dire basta.

 

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