CONTRATTO INTEGRATIVO INPS 2017, CHE NON SI RIPETA QUANTO ACCADUTO PER IL 2016

Comunicato n. 61/16

Nazionale -

Per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali dell'INPS lo scorso 14 luglio era arrivata la convocazione per l'apertura della contrattazione integrativa per la definizione del CCNI 2017 con larghissimo anticipo, fissando l’appuntamento per il 4 ottobre. Una convocazione a così tanta distanza di tempo ci aveva lasciati perplessi ed infatti l'appuntamento in seguito è stato disatteso. La convocazione del 4 ottobre serviva unicamente a giustificare lo scippo della contrattazione attuato il giorno prima, il 13 luglio c.a., quando, in poco meno di due ore, il confronto sul contratto integrativo 2016 si era aperto e chiuso con la firma di CGIL-CISL-UIL-CISAL dell'accordo preparato in precedenti incontri informali con il capo del personale, dai quali la USB era stata tenuta fuori.

L'incontro inizialmente previsto per il 4 ottobre, è stato rinviato più volte sempre per ripetute indisponibilità delle altre sigle sindacali ed ora sembra confermata la data del 7 novembre, alle ore 16:00, con all'ordine del giorno: Avvio contrattazione integrativa 2017.

L'orario della riunione ed i continui rinvii ci riportano a quel 13 luglio, quando ci fu impedito di entrare nel merito dell’accordo per proporre miglioramenti ed avere il tempo di interessare la base dei lavoratori in merito all’opportunità di sottoscrivere o meno il contratto integrativo. Non è che anche questa volta il capo del personale e le altre organizzazioni sindacali si sono preparati l’accordo in segreto e il 7 novembre vengono solo a recitare una pantomima? Chiariamo subito, quindi, che non accetteremo in alcun modo che possa ripetersi quanto accaduto lo scorso 13 luglio, perché pretendiamo di avere un idoneo spazio di contrattazione per avanzare le proposte che la volta precedente non si sono volute neanche ascoltare.

A nostro parere, tra i diversi problemi a cui trovare soluzione, il contratto integrativo 2017 dovrà sicuramente prevedere:

·        la seconda parte delle selezioni per aree A e B, così da collocare tutto il personale di quelle aree in A3 e in B3 con decorrenza 1° gennaio 2017

·        l'esaurimento delle graduatorie delle selezioni 2016, così da far passare con decorrenza 1° gennaio 2017 tutti gli idonei che non riusciranno ad ottenere il passaggio nel 2016

·        l’avvio delle procedure per consentire i passaggi giuridici da un'area all'altra

·        l'espletamento delle sessioni di recupero per chi non ha superato il test nel 2016 o per chi non ha partecipato alle selezioni a diverso titolo, affrontando al tavolo sindacale il tema del contenzioso giudiziario e di chi è escluso per motivi disciplinari

·        un riconoscimento economico per le aree A e B in modo da assicurare:

-      al personale dell'area A la differenza retributiva con il B2

-      a chi era già A3 prima delle selezioni 2016 la differenza retributiva con il B3

-      al personale dell'area B la differenza retributiva con il C1

-      a chi era già B3 prima delle selezioni 2016 la differenza retributiva con il C2

Questo per rispondere, almeno sul piano economico anche se parzialmente, al fenomeno del mansionismo, assicurando al tempo stesso un riconoscimento specifico a chi, come gli A3 e B3 ante 2016, sono bloccati in quella posizione da oltre un decennio, nella considerazione complessiva che i passaggi economici che si stanno attuando sono finanziati anche da quei lavoratori attraverso le risorse del Fondo di ente.

·        un compenso definito per il personale che si assume la responsabilità di rappresentare l’istituto in sede di contenzioso nelle cause di primo grado

·        un richiamo che assicuri che i lavoratori dell’area A, indipendentemente da quanto scritto nel Nuovo Modello di Servizio, resteranno incardinati tra il personale dell’INPS.

L'obiettivo del contratto integrativo 2017 a nostro parere deve essere “nessuno escluso”, in modo che tutti ricevano attenzione in quello che è l'accordo più importante del confronto sindacale aziendale. Basta con i contratti che guardano agli interessi di una fetta ristretta di lavoratori, che si riducono a prestare attenzione solo a posizioni organizzative e indennità. Risolviamo i problemi dei lavoratori dell'INPS prima della definizione di un contratto collettivo che, collocandoci nel mare magnum delle funzioni centrali, rischia di cancellare decenni di processi di riorganizzazione che hanno richiesto impegno e professionalità.