L'INPS TORNA AD ASSUMERE. USB: BENE, MA E' ANCORA TROPPO POCO

Comunicato n. 45/17

Nazionale -

 

Nell’incontro di ieri al tavolo sindacale nazionale l’amministrazione ha illustrato il piano di assunzioni approvato con il DPCM di aprile. Innanzitutto saranno stabilizzati definitivamente i 146 lavoratori dell’area B attualmente in comando presso l’INPS. A tale proposito, abbiamo chiesto che siano trasformati in mobilità definitive tutti i comandi in essere nell’Istituto. La decorrenza delle trasformazioni dovrebbe essere dal 1° luglio.

Saranno quindi utilizzate le graduatorie tuttora valide dei concorsi pubblici per assumere:     

  • 103 C3 amministrativi, con lo scorrimento completo della graduatoria;     
  • 30 C3 informatici;     
  • 125 C1 ispettori di vigilanza, che saranno assunti come amministrativi previa rinuncia al profilo della vigilanza;       
  • 1 C1 convenzioni internazionali.

In totale 259 assunzioni che potranno essere disponibili nell’immediato. Il personale già in forza all’INPS che dovesse risultare vincitore in una delle suddette selezioni, riceverà il nuovo inquadramento e resterà nella sede di appartenenza.

L’amministrazione, in base alle facoltà assunzionali del 2012-2013-2014 e alle richieste avanzate, è stata autorizzata a bandire un concorso per 365 C1 amministrativi. Il bando dovrebbe uscire entro luglio e sarà destinato ai laureati in materie giuridiche. Il percorso concorsuale prevede: una prima prova pre selettiva in base al numero di domande; una prova pratica; un periodo di tirocinio di sei mesi; la prova orale definitiva. Abbiamo chiesto che il 50% dei posti sia riservato ai dipendenti di area B e manifestato la nostra contrarietà alla previsione del tirocinio, perché obbliga chi ha già un’occupazione, anche precaria, a fare una scelta irreversibile senza avere la certezza dell’assunzione all’INPS, mentre la valutazione finale del tirocinio prima degli orali non assicura la trasparenza e l’oggettività necessarie.

L’amministrazione ha annunciato che, in base alle facoltà assunzionali del 2015 e del 2016, ha chiesto l’autorizzazione ad ulteriori 730 assunzioni. Stiamo parlando in totale di 1.500 assunzioni. E’ sicuramente un primo risultato positivo, dopo tanti anni di blocco delle assunzioni. Tuttavia, è un risultato assolutamente insufficiente ad assicurare in futuro funzionalità all’INPS. Infatti, guardando le tabelle dell’organico dove è evidenziata l’età anagrafica, risulta palese che nei prossimi cinque anni andranno in pensione almeno 6.000 lavoratrici e lavoratori. Già oggi c’è una carenza organica di circa 2.000 unità lavorative. Se non si procede nei prossimi quattro anni all’assunzione di almeno 6.000 lavoratori, la funzionalità dell’INPS è seriamente a rischio con il pericolo che siano appaltate all’esterno altre competenze.

Nel corso del nostro intervento abbiamo richiamato più volte l’iniziativa di lotta portata avanti in queste settimane dalle lavoratrici e dai lavoratori della sede di Roma Casilino Prenestino, che è nata come protesta contro il mancato riconoscimento di una parte dell’incentivo 2016, ma si è successivamente sviluppata e continua in queste ore con la richiesta di nuove assunzioni e con la denuncia di un forte malessere per i carichi di lavoro e i disagi che i colleghi di quella sede sono costretti a sopportare.

L’insoddisfazione dei lavoratori di Roma Casilino Prenestino è uguale a quella presente in molte sedi dell’INPS anche se altrove non emerge in modo così evidente. Abbiamo sottolineato come oggi, un sindacato che si definisca responsabile, non può restare in silenzio di fronte a questa drammatica situazione ma è chiamato ad alzare i toni, ad organizzare la protesta per costringere amministrazione e governo a fare di più. C’è bisogno di un piano straordinario di assunzioni che permetta anche di riconquistare il controllo dell’informatica e di una formazione che faccia recuperare professionalità diffusa. Non ci devono essere sedi con l’incentivo decurtato, perché i lavoratori non debbono pagare per carenze strutturali ed organizzative, ma non ci si deve fermare all’incentivo, occorre innanzitutto ancora una volta difendere la funzione dell’Istituto.

Come accade ormai da tempo, il nostro intervento è caduto nel vuoto di un tavolo sindacale incapace di alzare lo sguardo e guardare lontano. Per com’è la situazione, ci sarebbe bisogno di una risposta unitaria forte, di uno sciopero proclamato da tutte le organizzazioni sindacali dell’INPS, ma la nostra proposta ha trovato il silenzio delle altre organizzazioni sindacali. Noi non ci scoraggiamo, perché sappiamo che la ragione è dalla nostra parte.