USB DENUNCIA AZIONI DI FASCISMO SINDACALE ALL'INPS DI MILANO. NON E' POLEMICA, E' TUTELA DELLA DEMOCRAZIA

Comunicato n. 49/17

Nazionale -

L’arroganza è un brutto affare, sempre, ma lo è ancor di più se ad usarla sono rappresentanti dei lavoratori contro altri rappresentanti dei lavoratori, ai quali evidentemente si vuole negare il diritto di esercitare pienamente tale rappresentanza.

CGIL-CISL-UIL-CISAL dell’area metropolitana dell’INPS di Milano rivendicano nel comunicato che si allega la richiesta di tavolo separato dalla USB in quanto quest’ultima sarebbe colpevole di non aver sottoscritto un protocollo, che anch’esso si allega, il cui testo dà per scontata la chiusura dell’Agenzia di via Pola. A poco serve allegare una nota a verbale, come hanno fatto CGIL-CISL-UIL-CISAL,  nella quale si ribadisce la contrarietà, a questo punto solo di facciata, alla chiusura della sede.

USB non ha firmato quel protocollo proprio perché nel testo c’è un chiaro riferimento al trasferimento del personale di Via Pola e alla chiusura di quell’importante presidio INPS.

CGIL-CISL-UIL-CISAL irridono alla USB affermando che per coerenza, non avendo firmato il protocollo, non avrebbe dovuto partecipare ai successivi tavoli di confronto dove si discutono “…rilevanti aspetti afferenti la sicurezza e l’organizzazione del lavoro”. Forse che la sicurezza dei lavoratori e dei posti di lavoro o l’organizzazione degli uffici sono materie di confronto riservate solo a chi firma i protocolli territoriali? E in quali norme di legge, contratti nazionali o accordi integrativi è scritta una cosa del genere?

Siamo di fronte ad un’azione di squadrismo fascista dove si isola l’unica voce dissenziente, colpevole di non aver accettato le regole inventate dai rappresentanti di CGIL-CISL-UIL-CISAL: ti siedi al tavolo con noi solo se firmi l’accordo. E il direttore dell’area metropolitana si è immediatamente accodato al diktat di quei quattro aspiranti dittatori. Una cosa vergognosa.

Se qualcuno pensa che questa sia solo una polemica sindacale sbaglia, qui stiamo parlando di democrazia, stiamo parlando di quelle regole della rappresentanza che ci hanno imposto e con le quali dobbiamo fare i conti. Per partecipare ai tavoli di trattativa dobbiamo conquistare il 5% di rappresentatività tra iscritti e voti alle elezioni RSU. All’INPS la USB è il secondo sindacato. Ora CGIL-CISL-UIL-CISAL vogliono imporre con arroganza e insolenza regole aggiuntive non scritte, come quella dell’obbligo di firmare gli accordi da loro definiti. Non è fascismo, questo?

Prima il tentativo di separare il tavolo sindacale alla Direzione regionale del Lazio, ora il tavolo separato a Milano, è evidente che CGIL-CISL-UIL-CISAL sono in difficoltà nei confronti della USB e a pochi mesi dalle elezioni per il rinnovo delle RSU cercano di screditare il sindacato di base dell’INPS rispolverando la vecchia solfa dei sindacati responsabili, quelli che firmano gli accordi, quelli che seguono “…la difficile via del dialogo”. Ricordiamo male o nel 2010 il contratto integrativo nazionale dell’INPS fu sottoscritto solo da CISL e UIL? Chi non firmò quell’intesa era “irresponsabile”? E come mai all’epoca non furono chiesti tavoli separati?

Si legge, nel comunicato di CGIL-CISL-UIL-CISAL dell’area milanese, di una USB che si isola volutamente. Ma se nelle ultime settimane abbiamo ripetutamente invitato CGIL-CISL-UIL ad un confronto unitario su contratto e mansionismo, ricevendo in cambio solo silenzio, chi è che si isola e fugge il confronto?

Infine si cerca di dare una lezione alla USB su come si fa una “dichiarazione di stato di agitazione”, confondendo l’iter burocratico che porta all’indizione di uno sciopero con la pratica sindacale, che ha visto la USB mobilitarsi a più riprese a Milano contro la chiusura di via Pola, con la convocazione di assemblee, presìdi, anche con la partecipazione della delegazione nazionale del sindacato di base dell’INPS, a testimonianza che per USB la chiusura di Via Pola non è una questione esclusivamente locale ma nazionale, perché sostituire una sede con uno o più punti cliente presso gli uffici comunali è una scelta che condanniamo, così come abbiamo denunciato la chiusura delle  Agenzie in molte altre regioni, evidenziando che c’è un progetto generale di accentramento della presenza dell’INPS sul territorio che risponde alle logiche di una ininterrotta spending review, che sta determinando difficoltà di funzionamento e di tenuta dell’ente.

USB non si lascia intimorire e reagisce a questi tentativi di isolamento continuando a lavorare nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INPS su tutte le importanti questioni ancora irrisolte. USB è l’unico sindacato dell’INPS ad aver denunciato le illegittimità di cui è venuto a conoscenza, scontrandosi anche con i vertici dell’ente quando è stato necessario: gli altri non si sono mai accorti di niente?

Ha ragione la struttura della USB di Milano quando, rivolgendosi direttamente a voi, colleghe e colleghi, vi ha invitato a fare una scelta netta e decisa  di fronte all’insensata richiesta di tavolo separato di CGIL-CISL-UIL-CISAL e, dopo aver letto le loro argomentazioni a sostegno di quella richiesta, l’invito a prendere posizione è ancora più pressante. Cancellatevi da quei sindacati, che firmano accordi contro gli interessi dei lavoratori, cedendo, giorno dopo giorno, spazi di democrazia e di potere contrattuale asserendo di farlo nel vostro interesse.