SUL NOSTRO TERRENO

Comunicato n. 21/17

Roma -

Un coordinamento nazionale di quelli che lasciano il segno, con 110 delegati che hanno inteso partecipare da ben 19 regioni su 20 mettendosi finanche in ferie o in permesso pur di non gravare sull’organizzazione, al quale il Lazio ha fornito il suo fattivo contributo con una significativa presenza, testimonianze e proposte.

La prima delle quali, sulla scorta della vertenza portata avanti ormai da tre mesi a questa parte, è stata ovviamente quella di Roma Casilino in ottemperanza ai compiti istituzionali, con l’invito a privilegiare adempimenti e servizi che vadano nel reale interesse degli utenti. Parole d’ordine recepite dal coordinamento.

Ma procediamo con ordine.

La convention si è aperta con uno scrosciante e fragoroso applauso in memoria di Abdel Salam, commemorando la figura del nostro delegato investito e ucciso da un camion esattamente un anno fa davanti ai cancelli dell’azienda GLS di Piacenza.

La relazione introduttiva ha prima di tutto confermato che le risorse economiche predisposte dal governo sono assolutamente insufficienti, per giunta secondo la Madia il problema degli 80 euro va comunque risolto dentro le medesime risorse. Cosa della quale le OOSS confederali sembrano essersi accorte solo ora, dopo la “marchetta” elettorale del 30 novembre scorso, chiusa con un fallimentare spot.

Rispetto alle tre famigerate fasce di Brunetta non è ufficialmente cambiato nulla, mentre la suddivisione fatta all’ARAN in tre tavoli tematici separati sembra avere l’unico scopo di sviare l’attenzione dall’argomento principe, perché una piramide rovesciata non può comunque stare in piedi senza stanziare le risorse opportune.

Disciplina e congedi a parte, per quanto riguarda l’ordinamento professionale è stato poi confermato che, mai come in questo momento, è possibile ricompattare i dipendenti pubblici in un’area unica. A patto di volerlo sul serio.

Sul fronte interno, desta preoccupazione il fatto che il CCNI 2017 non sia ancora rientrato, mentre il paventato mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità anche per l’anno in corso possiamo dire che rientri nell’ordinaria amministrazione che purtroppo ci affligge da tempo immemore.

Particolare attenzione è stata dedicata al tema delle procedure non funzionanti, nonché al nuovo modello di presidio territoriale ad operatività differenziata (vedi comunicato Lazio n. 19) che in pratica sancisce il ritiro dell’Istituto dal territorio.

Infine, resta da prendere nella debita considerazione l’opportunità di proclamare uno sciopero generale in ottobre insieme ad altre realtà del sindacalismo di base.

Al termine di una eccezionale convention nel corso della quale tanto è stato detto e sostanzialmente condiviso, si è radicata la comune consapevolezza che adesso, a partire dal nuovo esecutivo Lazio, bisogna con continuità dare gambe alle varie proposte. Stabilendo peraltro le indiscutibili priorità.

Perché la dignità dei lavoratori non è in vendita, mentre rincorrere le altre OO.SS. sui temi desolanti, dalle polizze alle indennità, non porta proprio da nessuna parte.