CAOS CALMO ALL'INPDAP

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Mentre l’Amministrazione si appresta a varare il nuovo piano industriale, dopo aver appena proceduto con un nuovo riassetto, che per altro  nulla aveva a che fare con la riduzione degli organici dirigenziali chiesti dalla legge Finanziaria 2009, arriva il decreto mille proroghe appena approvato in Parlamento.

 

Uno dei punti più interessanti di tale provvedimento è quello relativo all’attività di vendita del patrimonio immobiliare, fino ad ora affidata alle società private, che torna nelle competenze dell’INPDAP, mentre nel frattempo l’Istituto ha deciso di chiudere tutti gli uffici compartimentali che gestivano la cura del patrimonio e il relativo contenzioso.

 

Quindi, dopo che le società esterne hanno incamerato tutti i guadagni possibili con la vendita del patrimonio, si scarica sull’INPDAP la responsabilità di vendere quegli immobili, principalmente uffici e negozi, rimasti invenduti insieme con quelli residenziali che presentano problemi con l’inquinato.

 

Sia chiaro i nostri colleghi hanno già dato dimostrazione di saper fare il loro lavoro, riuscendo a far incamerare all’Istituto oltre 160.000.000 di euro nel passaggio dalla gestione privata a quella INPDAP (per inciso la RdB ha già chiesto e continuerà a chiedere all’Amministrazione di trasferire tali risorse nel Fondo Incentivante svuotato dall’intervento della L.133/2008 ex Decreto 112).

 

Nel frattempo, fra una riorganizzazione e l’altra, sta scoppiando del tutto il “credito”.

 

Da quando l’allora Ministro Tremonti (2002/2003), con una fantastica operazione di finanza creativa, cartolarizzò le risorse del Fondo Credito ed Attività Sociali, facendo guadagnare le banche e svuotandone il Fondo, l’INPDAP non è più stato in grado di rispondere alle richieste di mutui e prestiti.

 

Come se non bastasse si è voluto procedere con l’allargamento della base da cui prelevare il contributo, estendendo obbligatoriamente il prelievo dello 0,35%  a tutti i dipendenti pubblici e dello 0,15% ai pensionati, i quali oggi reclamano il diritto alla prestazione, prendendosela con quei fannulloni di dipendenti che stanno allo sportello che gli negano la prestazione dovuta.

 

Da qui la trovata, se volete il coniglio dal cilindro, “risolviamo il problema delle risorse” spostando con l’ultima riorganizzazione l’attività del credito  nella Direzione Centrale del Patrimonio; per esattezza nell’Ufficio che ha un più stretto rapporto con le banche in quanto gestisci i valori mobiliari, ovvero gli investimenti in titoli, dell’Istituto.

 

Ma siccome non c’è mai fine alla fantasia ed all’improvvisazione, a Torino si è pensato bene che in prossimità della scadenza del bando per le domande relative all’attività climatica e le vacanze studio, (le cosiddette attività sociali finanziate con le stesse risorse del credito), era necessario ridistribuire le competenze tra le due sedi territoriali, facendo piovere addosso a colleghi, che nulla sanno dell’attività climatica, un lavoro per il quale non sono neanche stati formati; ma si sa ormai è di moda la formazione on job, ovvero impari mentre lavori.

PER FORTUNA CHE, NEL CAOS GENERALE, HANNO NOMINATO IL NUOVO C.I.V., garantendosi ovviamente l’espulsione della RdB da questo organismo e procedendo con la solita rotazione degli incarichi di presidenza in INPS, INAIL, INPDAP  tra CIGL,CISL,e UIL.

 

Non ci resta che dire “buon lavoro”.