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Comunicato n. 30/17

Roma -

La riunione informativa convocata lo scorso mercoledì dalla direzione regionale Lazio sulla nuova apertura straordinaria delle sedi per la lavorazione dei prodotti APE sociale e precoci ha preso le mosse con la considerazione (da tutti condivisa) dell’emergenza sociale inerente le categorie a rischio particolarmente disagiate. Trattandosi di una scadenza già prefissata al prossimo 19 dicembre dal punto di vista organizzativo ci è stato comunicato che non è stato possibile fare altrimenti per definire in tempi rapidissimi le 607 domande in essere, mentre il polo rimane quello di Rieti con lo stesso gruppo di sole 5 persone che ha già precedentemente svolto, sempre su base volontaria, questa attività.

Tutto ciò ancora in via del tutto eccezionale, per consentire secondo le previsioni generali un pagamento prima di Natale (della qual cosa francamente dubitiamo). 

Una eccezionalità che a nostro avviso sta diventando troppo ricorrente anche se si tratta di un solo adempimento relativo ad un preciso prodotto.

Ma la cosa più grave e francamente intollerabile resta l’assoluta mancanza di un minimo di corrette relazioni sindacali da parte dei vertici della Direzione Generale che continuano ad inviare post all’esterno, mostrando responsabilità pari a zero.

Senza disposizioni formali, né comunicazioni di sorta, il messaggio domenicale del Presidente recitava infatti testualmente “Buone notizie: lavorando anche sabato, domenica e festivi riusciremo a liquidare un primo lotto di arretrati su APE sociale entro Natale”. Dopo di che, arrangiatevi.

Riteniamo che il livello di guardia sia stato abbondantemente superato e adesso sarà comunque utile ribadire che è soltanto grazie ad una notevole sensibilità ed al senso di responsabilità dei suoi dipendenti che il nostro Istituto va avanti, pur tra mille difficoltà. Le categorie più esposte sanno perciò chi possono ringraziare. Nel corso della riunione è stata poi affrontata (e senza peraltro risolverla) la situazione di estrema gravità che ormai si ripete mese dopo mese riguardante l’incentivo speciale.

Al momento infatti tutte le sedi del Lazio tranne Latina sono ferme all’80% al 31 ottobre, mentre neppure ci è dato sapere se usciranno altri dati a novembre oppure com’è più probabile sarà tutto rinviato al prossimo anno.

Le modifiche già adottate in corso d’opera dalla PPC, a cominciare dal cosiddetto “parametro di miglioramento continuo” inserito nella delibera 170 (da utilizzare per tutte le sedi), non sembrano sortire gli effetti che tutti i colleghi si aspettano. Ma resta la considerazione di fondo, più volte sottolineata dalla USB, che questo sistema di misurazione oggettivamente non funziona e non è possibile seguitare a imporlo senza vergogna, solo per penalizzare decine e decine di sedi ogni anno.

A questo proposito rinnoviamo l’appello per costituire una rete di coordinamento per il momento a livello regionale, ma da estendere poi anche a livello nazionale, per il rigetto definitivo di questo sistema sull’esempio della RSU di Roma Casilino.