RIFLESSIONI ESTIVE

Comunicato n. 64/18

Nazionale -

Era il 30 aprile del 2015 quando USB interruppe la conferenza stampa nazionale con la quale Boeri presentava il progetto “La mia pensione”, denunciando l’inutilità e la pericolosità di quella procedura, palesemente legata alla promozione della previdenza complementare privata, proponendo al tempo stesso  l’avvio di uno specifico progetto per la sistemazione dei conti assicurativi di tutti i lavoratori. Sono passati più di tre anni e la storia ci ha dato ragione: del progetto “La mia pensione” non parla più neanche Boeri, forse per pudore, mentre da poco è partito un progetto specifico per la sistemazione dei conti assicurativi dei lavoratori iscritti alla gestione pubblica.

Era il 12 maggio 2015 quando USB manifestò all’interno della “Giornata nazionale della previdenza” a Napoli, interrompendo l’intervento del presidente dell’INPS Boeri per porre due questioni fondamentali: il superamento del Jobs Act, per restituire dignità e diritti ai lavoratori dipendenti,  e il rilancio della previdenza sociale pubblica, per evitare che il sistema di calcolo contributivo faccia precipitare le pensioni pubbliche al livello, se non addirittura al di sotto, dell’assegno sociale. Temi che rimangono di grande attualità e che occorrerà vedere come saranno affrontati dall’attuale governo nella prossima Legge si stabilità.

L’INPS è sempre più il perno centrale delle politiche sociali del Paese e per non rischiare che sia trasformato in un ente assistenziale è necessario rinvigorirne il ruolo nella previdenza sociale pubblica.

Era il 20 maggio 2015 quando Tito Boeri e Massimo Cioffi, rispettivamente presidente e direttore generale dell’INPS, parteciparono ad un’audizione in Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. In quell’occasione Boeri elencò 11 criticità che aveva rilevato dell’INPS dall’inizio del suo mandato,  tra queste c’erano: l’eccessivo numero di direttori centrali e l’appiattimento della retribuzione accessoria dei dirigenti; il funzionamento dell’informatica e le difficoltà della struttura interna nel rapportarsi alle società esterne; l’età elevata dei dipendenti; il bilancio poco trasparente e illeggibile. Cioffi parlò inoltre della necessità di chiudere le Agenzie, trasformandole, laddove possibile, in punti INPS. Già allora, quindi, il progetto organizzativo territoriale era chiaro per chi aveva voglia di leggerlo con attenzione.

La domanda che ci poniamo è: dopo quasi quattro anni di presidenza e gestione Boeri l’INPS funziona meglio o no? Sapete che il nostro giudizio è negativo, lo abbiamo ripetuto in più occasioni. Innanzitutto non è vero che sono diminuiti i posti di dirigente generale, come ha tentato di far credere Boeri in questi anni. Sono diminuite invece le direzioni centrali, con grave danno per la funzionalità dell’Istituto. Basti pensare alla fusione tra Organizzazione ed Informatica, alla soppressione della direzione centrale Formazione o a quella della Gestione della posizione assicurativa, se pensiamo alle difficoltà nella sistemazione dei conti assicurativi. Per non parlare dell’istituzione delle Direzioni centrali metropolitane, che hanno determinato un’incomprensibile sottrazione di funzioni ai direttori regionali del Lazio, della Lombardia e della Campania, con duplicazione di competenze e tre posti funzione in più da dirigente generale, alla faccia della razionalizzazione sbandierata da Boeri.

Un modello organizzativo fallimentare, che andrebbe rivisto al più presto, con umiltà e consapevolezza degli errori commessi. Ma non osiamo aspettarci tanto dall’economista bocconiano ed è per questo che a nostro parere il governo deve intervenire al più presto sulla governance dell’INPS, assicurando all’ente un governo collegiale e il rispetto delle funzioni dei diversi organi.

In materia di assunzioni Boeri non ha ottenuto per l’INPS di più di molte altre amministrazioni pubbliche. Siamo ben lontani dalle 6.000 assunzioni entro il 2020 indicate dalla USB come necessarie per assicurare la continuità dei servizi. Le problematiche in campo informatico invece di migliorare sono aumentate e per quanto riguarda la presenza dell’INPS sul territorio si sta attuando quel disegno di arretramento che abbiamo da tempo denunciato.

Nessuno ci convincerà che la presidenza Boeri sia stata positiva per l’Istituto  e a parlare sono i fatti non un nostro pregiudizio ideologico o politico. A settembre riprenderemo i “SAVE INPS – BOERI GO HOME”, cercando di fare la nostra parte nella complessa vertenza per la salvaguardia delle funzioni dell’INPS.