LETTERA AL GOVERNO SU GOVERNANCE INPS

Nazionale -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri  Prof. Giuseppe Conte

Al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri  Sen. Matteo Salvini

 Al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri  On. Luigi Di Maio

Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali  On. Luigi Di Maio

Al Ministro dell’Economia e delle Finanze  Prof. Giovanni Tria

Al Ministro per la Pubblica Amministrazione Sen. Giulia Bongiorno

 

La USB Pubblico Impiego INPS esprime apprezzamento rispetto alla scelta di modificare l’attuale governance dell’INPS ripristinando un governo collegiale dell’Istituto con la ricostituzione di un Consiglio d’Amministrazione. La scrivente organizzazione sindacale si è sempre battuta, purtroppo in gran solitudine, contro i guasti prodotti dal Decreto Legge 31 maggio 2010 N. 78, prendendo posizione netta prima contro la degenerazione della presidenza Mastrapasqua e, successivamente, contro la nomina a presidente del prof. Tito Boeri ed a direttore generale del dott. Massimo Cioffi, entrambe avvenute in parziale carenza dei requisiti previsti dalle norme di legge.

Infatti, l’art. 3 del Decreto Legislativo 30 giugno 1994 N. 479, come modificato dall’art. 7, comma 7, lettera b) del Decreto Legge 31 maggio 2010 N. 78, stabilisce che “il presidente … è scelto in base a criteri … di qualificata esperienza nell’esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell’Ente … “. Dal curriculum del prof. Boeri non emergono esperienze professionali riguardanti il settore della previdenza sociale.

Successivamente al conferimento al prof. Boeri dell’incarico di presidente dell’INPS, lo stesso propose come direttore generale dell’Istituto il dott. Massimo Cioffi, la cui nomina fu immediatamente ratificata dal ministro Poletti. Anche in quell’occasione la scrivente organizzazione sindacale eccepì che il dott. Cioffi non possedeva i requisiti previsti dall’art. 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970 N. 639, come modificato dall’art. 12, comma 3, della Legge 9 marzo 1989 N. 88, nel quale è previsto che “il direttore generale è scelto tra i dirigenti dell’Istituto ovvero tra esperti delle discipline attinenti ai compiti dell’Istituto stesso … “. Il dott. Massimo Cioffi prima di essere nominato direttore generale dell’INPS era stato capo del personale dell’ENEL ed anche per sua stessa ammissione diretta non aveva maturato esperienza professionale nel campo della previdenza sociale. Eppure il prof. Boeri nel proporre la candidatura del dott. Cioffi a direttore generale dell’INPS aveva asserito che lo stesso era in possesso dei requisiti previsti dalla normativa per tale incarico.    

Nei quattro anni di presidenza del prof. Boeri l’INPS ha visto offuscata la propria immagine a seguito di articoli di stampa che hanno interessato il direttore generale dott. Cioffi e lo stesso presidente prof. Boeri. Tra il dicembre 2015 e il dicembre 2016 la stampa nazionale portò all’attenzione pubblica il mancato versamento di alcuni milioni di euro di contributi da parte dell’ENEL, nell’ambito del processo di uscita incentivata dal lavoro gestito dal dott. Cioffi in qualità di capo del personale dell’azienda elettrica, nonché lo scandalo che aveva investito il Gruppo Editoriale Espresso con l’accusa di aver demansionato dirigenti del gruppo per poter usufruire del prepensionamento in qualità di poligrafici. L’INPS è chiamata a controllare la regolarità dei versamenti contributivi dell’ENEL e la regolarità della gestione dei prepensionamenti in editoria. Il direttore generale dell’INPS Cioffi, in quanto ex capo del personale dell’ENEL, nonché il presidente dell’Istituto Boeri, in aspettativa dal ruolo di direttore scientifico della Fondazione Debenedetti ed editorialista de “La Repubblica”, sono così risultati in palese conflitto d’interessi. Il dott. Massimo Cioffi rassegnò le dimissioni dall’incarico di direttore generale dell’INPS il 22 novembre 2016, mentre il presidente Boeri rimase al suo posto.

Nei quattro anni di mandato del presidente, prof. Boeri, l’INPS ha complessivamente peggiorato le sue prestazioni, portando in evidenza tutti i limiti della scelta di affidare il governo di una macchina complessa come quella rappresentata dall’Istituto ad un organo monocratico, come previsto dalla riforma della governance contenuta nel Decreto Legge 31 maggio 2010 N. 78. Ben venga, quindi, un sostanziale ripensamento di quella scelta, facendo in modo che chiunque sia chiamato a guidare l’INPS ed a far parte di un rinnovato Consiglio d’Amministrazione abbia le competenze e l’esperienza necessarie ad assicurare una ripresa della funzionalità dell’Istituto. Tuttavia quello che bisogna assolutamente evitare, a parere della scrivente organizzazione sindacale, è di concedere al prof. Boeri un’eventuale, seppur contenuta nei tempi, proroga del mandato. L’INPS ha bisogno di voltare pagina nei tempi più brevi possibile.

Sono tanti gli episodi discutibili che hanno caratterizzato il mandato del prof. Boeri all’INPS e qui se ne elencano solo alcuni: la scelta di affidare ad una neolaureata non iscritta all’albo dei giornalisti il ruolo di propria portavoce con una retribuzione lorda a carico dell’Istituto di € 80.000,00 annui; l’incarico di dirigente non generale assegnato alla dott.ssa Maria Cozzolino in base all’art. 19, comma 6, del D. Lgs. 165/2001 per un progetto della direzione centrale Studi e Ricerche, preferendola a professionisti INPS del Coordinamento Statistico Attuariale; l’affidamento della stessa direzione centrale Studi e Ricerche al dott. Massimo Antichi, sempre con contratto art. 19, comma 6, del D. Lgs. 165/2001, evidentemente non ravvisando tra i dirigenti dell’INPS le professionalità necessarie a ricoprire l’incarico; l’aspro scontro tra il presidente Boeri e il CIV guidato da Pietro Iocca, che ha tentato in tutti i modi di opporsi alle modifiche del Regolamento d’Organizzazione imposte dal prof. Boeri, che mirava ad accentrare sempre più poteri nelle mani dell’organo di governo dell’Istituto;  la mancata nomina del capo dell’ufficio stampa dell’INPS, nonostante regolare selezione, perché il vincitore non era gradito al presidente, episodio riportato dalla stampa nazionale e oggetto di denuncia da parte del direttore centrale risorse umane INPS dell’epoca; l’incarico di direttore scientifico dei VisitInps Scholars assegnato al prof. Pietro Garibaldi, cofondatore insieme al prof. Boeri del sito di economia “lavoce.info”, nonché la nomina dello stesso prof. Garibaldi ad amministratore unico di SISPI SpA Italia Previdenza, società interamente controllata dall’INPS; l’istituzione di una segreteria tecnica unica normativa, la cui guida è stata affidata con incarico di dirigente generale al dott. Luciano Busacca, dirigente non generale che risulta godere della piena fiducia del presidente Boeri, tanto da rappresentare, di fatto, il braccio della presidenza nella gestione dell’Istituto; infine la previsione di una commissione esterna con il compito di vagliare i curricula dei dirigenti e dei professionisti e di elaborare una terna di nominativi per i vari incarichi, sottraendo al direttore generale parte delle sue funzioni e finendo per svolgere in diversi casi un lavoro inutile, visto che le scelte del presidente non di rado sono cadute su nominativi diversi da quelli indicati.

Si confida sulla volontà delle SS.LL. di voler dare un nuovo impulso all’INPS, non solo attraverso una rapida revisione della governance. L’Istituto ha bisogno d’incrementare il proprio organico, per rispondere ai compiti che continuano ad essere assegnati all’INPS, che rimane un pilastro centrale del Welfare nazionale. La scrivente organizzazione sindacale da tempo indica la necessità di 6.000 nuove assunzioni entro il 2020 per poter assicurare continuità nell’erogazione dei servizi ed avviare il necessario ricambio generazionale. Un risultato parziale è stato ottenuto ma non basta: senza una rapida immissione del personale necessario si rischierà la chiusura di molte Agenzie territoriali ed è un’eventualità che andrebbe scongiurata per non compromettere la vicinanza e il rapporto con i cittadini. Infine si rappresenta la necessità di fornire nuove motivazioni al personale dell’Istituto, risolvendo una volta per tutte l’annoso problema dell’esercizio in modo continuativo di mansioni superiori, che interessa oltre 6.000 funzionari dei circa 27.000 in servizio, dando inoltre la possibilità d’incrementare il Fondo per la produttività, per poter contare su leve contrattuali che riconoscano un incremento del salario accessorio a fronte delle continue richieste di aumento della produttività.

Distinti saluti.

Roma, 7 gennaio 2019                                                      

 p. USB Pubblico Impiego INPS

Luigi Romagnoli