USB PARTECIPA ALL'INCONTRO SU FABBISOGNO E ASSUNZIONI. L'OTTUSITA' DEGLI ALTRI SINDACATI FA NAUFRAGARE IL CONFRONTO

Comunicato n. 32/19

Nazionale -

Bisogna dare atto al presidente Tridico di avercela messa tutta per dare un segnale concreto di disponibilità al dialogo sociale con le rappresentanze dei lavoratori. Ieri mattina ha convocato tutte le organizzazioni sindacali per un incontro sul fabbisogno triennale 2018-2020 e sul piano delle assunzioni, presentando le modifiche apportate alla Determinazione 153/2018 del suo predecessore Boeri.

Avviando l’incontro, il presidente dell’INPS ha invitato tutti a cogliere l’occasione per favorire una nuova stagione di relazioni sindacali aperte al dialogo, sottolineando l’importanza del sindacato come istituzione. Il prof. Tridico ha invitato tutti i sindacati dell’Istituto a rispettare il ruolo di ciascuno, individuando spazi di confronto che vadano al di là delle regole stabilite dalle norme e dai contratti che in ogni caso vanno rispettate. Un tentativo di riconoscere a tutti, anche alla USB che non ha firmato il contratto collettivo ma che è al tempo stesso il secondo sindacato dell’INPS per rappresentatività, il diritto a partecipare al confronto collettivo con modalità da concordare insieme.

Purtroppo il convinto intervento del presidente dell’INPS è stato stoppato da CGIL-CISL-UIL-CONFINTESA-CONFSAL UNSA-FLP, le organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto il contratto collettivo e che ieri hanno immediatamente richiamato le regole contrattuali che escludono dal confronto e dalla contrattazione le organizzazioni sindacali che non sottoscrivono il CCNL. Un’ottusità ed una protervia che probabilmente il presidente dell’INPS sperava di non trovare in chi è chiamato a rappresentare l’interesse dei lavoratori dell’Istituto. Il tentativo di scrivere una nuova pagina di relazioni sindacali all’interno dell’INPS è naufragato immediatamente e si torna al punto di partenza.

Riportiamo di seguito il fabbisogno proposto dal presidente Tridico, che dovrebbe essere portato all’approvazione nella gestione presidenziale del 27 marzo:

AREA A -908- (compresa l’assunzione di 2 unità attualmente in comando dall’Università e l’ingresso nei ruoli dell’Ente di 34 ex custodi degli stabili oggetto di dismissione)

AREA B     -5.125- (compresa l’assunzione dei 74 idonei della graduatoria del concorso pubblico a B1 e il 20% di passaggi dall’Area A pari a 14 unità)    

AREA C   -21.300- (compresa l’assunzione di 6.000 unità entro il 2020 e il 20% di passaggi dall’Area B pari a 300 unità, che diventeranno complessivamente 500 nel 2020)

PROFESSIONISTI LEGALI -323- (rispettando tendenzialmente la percentuale del 60% e 40% tra I e II livello)

PROFESSIONISTI STATISTICO ATTUARIALI -40- (rispettando tendenzialmente la percentuale del 60% e 40% tra I e II livello)

PROFESSIONISTI DEL TECNICO EDILIZIO -80- (rispettando tendenzialmente la percentuale del 60% e 40% tra I e II livello)

MEDICI -394- I Livello (comprese 35 unità dai concorsi) / -97- II Livello (comprese 27 unità dai concorsi)

DIRIGENTI -445- II fascia / -43- I fascia.

Nel nostro intervento abbiamo sottolineato come i vincoli normativi impediscano di disegnare un fabbisogno coerente con le reali necessità dell’Ente, chiedendo al presidente di intervenire sul governo per il riconoscimento all’INPS di una deroga che permetta di sforare i tetti di spesa. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi ci sarebbe bisogno di una nuova Legge 88/89 che riconosca le specificità dell’Ente e gli restituisca autonomia.

Nel merito delle modifiche apportate alla Determinazione 153/2018 abbiamo sottolineato positivamente la previsione di assumere i 74 idonei della graduatoria del concorso pubblico a B1 del 2010 e le 2 lavoratrici di Area A attualmente in comando dall’Università. Su entrambe le vertenze l’impegno della USB è stato massimo. Dobbiamo tuttavia registrare la mancata attenzione ad una soluzione positiva per i vincitori del concorso interno INPDAP a B1, che hanno impugnato il mancato passaggio davanti al giudice del lavoro ottenendo dispositivi favorevoli anche in appello. A nostro parere ci sono i margini per rivedere le scelte dell’amministrazione evitando il protrarsi del contenzioso.

Consideriamo inoltre in modo positivo la previsione dell’ingresso nei ruoli dell’Ente di ulteriori 34 ex custodi, ricordando l’impegno della RdB nella vertenza della salvaguardia del posto di lavoro degli addetti al servizio di portierato degli stabili di proprietà dell’Istituto, culminato con l’accordo del 2003. Contrariamente ad altri sindacati cogliamo con spirito costruttivo il ritocco apportato al numero di dirigenti di I e II fascia, ritenendo i dirigenti necessari ma da collocare prevalentemente nel territorio e nelle sedi di produzione, aumentando il numero di filiali di coordinamento.

Un discorso a parte meritano i medici, per i quali, come annunciato dal presidente e dal direttore generale, è necessario un ingresso di ulteriori 800 unità per gestire le funzioni istituzionali come l'invalidità civile.

Ci siamo tenuti per la fine quello che a nostro parere è oggi il problema principale della politica del personale dell’INPS: il mansionismo, che interessa principalmente e prioritariamente i lavoratori delle Aree A e B. Nella proposta di fabbisogno, con i passaggi di area indicati per il 2019 e 2020, l’amministrazione si muove nel solco delle possibilità che le norme permettono ma, come abbiamo detto nel nostro intervento nella riunione di ieri, la soluzione complessiva passa attraverso una revisione delle attuali norme di Legge oppure attraverso una soluzione contrattuale individuata all’Aran all’interno della Commissione paritetica sui sistemi di classificazione che qualcuno si ostina a non voler convocare. A sostegno di entrambe le possibili soluzioni abbiamo sollecitato il presidente dell’INPS ad intervenire nell’interesse del personale dell’Istituto, sfruttato da anni con l’obbligo delle mansioni superiori.

Le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo hanno preteso di essere convocate oggi all’interno dell’Osservatorio sull’innovazione, per escludere USB dal confronto, derubricando l’incontro di ieri a fase interlocutoria, definita da qualcuno come “quattro chiacchiere in libertà”. Verificheremo se dall’incontro di oggi ci saranno ulteriori cambiamenti alla proposta del presidente Tridico, ma è urgente che il documento arrivi in gestione presidenziale nella giornata di domani per poter cominciare a dare concretezza ad alcuni provvedimenti.

Peccato che gli altri sindacati non abbiano risposto all’appello del presidente, trincerandosi dietro regole antidemocratiche che mirano ad escludere chi ha un pensiero diverso e chiede rispetto per le proprie scelte. E’ chiaro che la USB non intende restare esclusa dal rapporto con gli organi dell’Istituto e difenderà con ogni mezzo le proprie prerogative.