HANNO FIRMATO IL CONTRATTO INTEGRATIVO 2010 MA GLI EFFETTI RESTANO SOSPESI

In allegato il Contratto Integrativo 2010

Nazionale -

E’ finita nel peggiore dei modi. Il nostro appello a sospendere la ratifica del contratto integrativo 2010 è caduto nel vuoto. CISL e UIL hanno voluto sottoscrivere in via definitiva un accordo che non sarà immediatamente applicato e che è stato profondamente peggiorato rispetto alla già negativa ipotesi sottoscritta sempre dalle sole CISL e UIL a dicembre 2010.

 

La parte più significativa dell’intesa, quella relativa ai passaggi economici interni alle Aree con decorrenza 1° gennaio 2010, resterà sospesa perché i ministeri vigilanti sembra abbiano proposto di spostare la decorrenza nel 2011, anno dal quale fino al 2014 non è più possibile aumentare lo stipendio tabellare, con la scusa che l’ipotesi di accordo è stata vagliata dal Collegio dei sindaci dell’INPS solo nel corrente anno. Una scappatoia per non pagare i passaggi, alla quale l’Amministrazione vorrebbe adeguarsi riassorbendo il 100% del costo del passaggio da qualunque voce accessoria (assegno di garanzia – TEP – Maggiorazione TEP – SAP).

 

Come si fa a firmare un contratto che resta sospeso per una parte che riguarda almeno 12.000 lavoratori, finché non ci si è chiariti con i ministeri? Con quale coraggio CISL e UIL sostengono che hanno firmato un accordo che porta a casa risultati positivi per i lavoratori dell’ente?

 

Si danno gli spiccioli agli ex insegnanti per tappargli la bocca e mettere una pietra tombale sulla rivendicazione del riconoscimento della RIA maturata con il contratto della scuola; si tampona il mansionismo con una misura economica che non copre il divario tra i livelli iniziali delle Aree A e B e il livello iniziale della specifica Area superiore; si assegna un coefficiente di merito individuale pari a 1.2 ai “super bravi”, solo per inseguire e, magari, superare lo stesso Brunetta sul terreno di una falsa meritocrazia, quando ancora il D.Lgs 150/2009 non è stato recepito da alcun contratto collettivo e, stando agli attuali blocchi, non se ne parlerà prima del 2018!!!

 

Sulle relazioni sindacali si alza bandiera bianca e si lasciano alla sola Amministrazione le decisioni in merito all’organizzazione degli uffici e alla gestione dei rapporti di lavoro, arrivando a cancellare dal contratto integrativo definitivo l’Art. 7 dell’ipotesi, che prevedeva la regolazione dei criteri per l’assegnazione delle posizioni organizzative. Le Commissioni e gli Osservatori diventano solo il luogo in cui ricevere una qualche informazione dall’Amministrazione senza poter contribuire, in modo regolamentato e riconosciuto, a fornire soluzione ai vari problemi. Il primo ad essere svilito dal nuovo corso è l’Osservatorio sulla produttività.

 

Una pagina buia e marcia per il sindacalismo dell’INPS e per quello più generale. E’ fin troppo chiaro il ruolo di CISL e UIL: ossequiosi e diligenti esecutori delle volontà del governo, si comportano da pompieri e da censori verso qualunque tentativo di opposizione, volendo garantire una pace sociale che permetta di scaricare i costi della crisi sulla parte più tartassata del Paese, sui dipendenti e pensionati, con l’obiettivo di impedire il conflitto.

 

Da parte nostra continueremo a batterci perché gli impegni siano onorati. Abbiamo firmato un Accordo di programma triennale che prevedeva una crescita professionale pressoché generalizzata, a partire dalle selezioni con decorrenza 1° gennaio 2010 che sono state poi finanziate con risorse del Fondo di ente. Quelle risorse vanno spese a quello scopo e non per introdurre magari nuove posizioni organizzative, sulle quali, “grazie” a questo contratto integrativo, il sindacato non può più intervenire, in modo contrattualmente riconosciuto, per modificarne i criteri di attribuzione. In buona sostanza, l’Amministrazione decide come dare le posizioni organizzative e noi lavoratori, attraverso il Fondo di ente, ci mettiamo i soldi.

 

Pretendiamo il mantenimento degli impegni assunti nell’Accordo di programma anche per gli anni successivi. Pretendiamo la riapertura della vertenza che riguarda gli ex insegnanti e il riconoscimento della RIA, estrapolandola dallo stipendio tabellare. Pretendiamo l’autorizzazione di nuovi passaggi da un’Area all’altra, utilizzando i criteri del vigente contratto nazionale di lavoro, perché non ci stiamo a vedere sfruttare i lavoratori con il mansionismo senza dare loro una prospettiva di crescita professionale. Pretendiamo che anche a diplomati e lavoratori con più di 50 anni sia data la possibilità di partecipare alle selezioni per l’attribuzione del “Team dello sviluppo professionale” riguardante la formazione. Pretendiamo che si dia applicazione alle previste selezioni interne per i colleghi ex IPOST.

 

Nei prossimi giorni continueremo a fare pressioni sull’Amministrazione per ottenere risultati concreti, a cominciare dagli impegni assunti dal Direttore Generale in occasione della giornata di protesta del 22 giugno, a parte quello dell’ulteriore anticipo del saldo dell’incentivo già onorato l’11 luglio.

 

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