CRITERI SELEZIONI INTERNE, USB NON FIRMA. NEGATO IL RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITA' ACQUISITA

Comunicato n. 43/15

In allegato il Verbale selezioni interne f.to (Roma, 23 giugno 2015)

Nazionale -

 

Si è chiuso ieri l’accordo sui criteri per le prossime selezioni relative ai futuri sviluppi economici all’interno delle aree, firmato dall’amministrazione e da tutte le altre organizzazioni sindacali.

 

L’amministrazione ha accolto alcune richieste avanzate durante il confronto dalla USB quali:

 

  • la riduzione del numero dei quesiti;              
  • la riduzione del punteggio minimo relativo alla valutazione al test attitudinale;               
  • l’esclusione della valutazione del coefficiente di merito individuale inferiore ad 1 quale criterio di ammissione alla selezione, palesemente in contrasto con le norme del Contratto Nazionale.

Non è stata accolta invece la richiesta di rivedere il rapporto tra  punteggio relativo ai titoli di studio e quello attribuito all’anzianità di servizio, impedendo così di fatto alla USB di firmare il verbale di accordo.

La caparbietà con la quale l’amministrazione ha difeso il punteggio attribuito ai titoli di studio, rivedendo addirittura in aumento il punteggio relativo al possesso della laurea e del master (15 la prima versione, 19 nella seconda, 20 nell’ultima) ha trovato d’accordo tutte le altre sigle sindacali. Una pervicacia  ed una volontà di potenza che sarebbe molto più utile riservare ad in altre e più difficili occasioni. La USB ha chiesto con altrettanta pervicacia che si rivedesse tale posizione, vista fra l’altro la sorprendente contraddizione con il punteggio riconosciuto dall’amministrazione ai titoli di studio utili per l’attribuzione della “posizione organizzativa di responsabile di Agenzia Complessa”. In modo del tutto incoerente  lo stesso titolo  di studio vale 20 punti per effettuare  uno sviluppo professionale da C1 a C2 e 6 punti per l’attribuzione di una rilevantissima responsabilità come quella della conduzione di un’Agenzia Complessa. Inoltre il basso punteggio (0,2 per anno) attribuito all’anzianità di servizio, fino ad un massimo di 5 punti, impedisce di  valorizzare tutta l’anzianità ai fini della graduatoria rendendo così ancora più evidente lo sbilanciamento dei criteri verso i titoli di studio che l’amministrazione definisce in tutte le tipologie.

Di fronte all’ennesimo appiattimento delle altre organizzazioni sindacali sulle posizioni dell’amministrazione, la USB rivendica la sua battaglia solitaria per l’effettuazione dei passaggi di sviluppo economico a Dicembre 2014, che avrebbe permesso ai colleghi delle aree A e B di raggiungere le rispettive posizioni apicali nell’anno 2015. Cosi come rivendica l’impegno messo nel confronto con l’amministrazione per raggiungere nel verbale d’intesa il giusto equilibrio tra la valorizzazione  della professionalità acquisita con l’anzianità di servizio ed il possesso di una laurea/ master/ specializzazione, che nel verbale sottoscritto non ha purtroppo trovato alcun accoglimento.

Dopo aver impedito i passaggi ad A2 e B2 con decorrenza dicembre 2014, le altre Organizzazioni Sindacali si ripetono con la firma di ieri negando il riconoscimento della professionalità acquisita in anni di lavoro, in contrasto con quanto previsto dai CCNL che loro stessi hanno sottoscritto in passato.