COME UN LADRO DI NOTTE…

Riceviamo dalla USB di Lodi l’allegato comunicato che pubblichiamo per l’interesse che riveste.

Non lasceremo passare tali intimidazioni senza un’adeguata risposta. Lì dove erano posizionati striscioni a difesa della funzione dell’Istituto e dello stato sociale (in allegato le foto), presto saranno posizionati nuovi striscioni.

Si tenta di mettere a tacere e d’intimorire le realtà più avanzate dal punto di vista della partecipazione dei lavoratori. Non permetteremo a maldestri colpi di censura del pensiero democratico di fermare le lotte.

Solidarietà alla RSU, alla USB, alle lavoratrici e ai lavoratori dell’INPS di LODI.

 

Lodi -

Qualcuno ha smontato gli striscioni affissi presso la sede dell’Inps, con i quali i lavoratori manifestavano la loro volontà di difendere l’Istituto come bene pubblico, contro la privatizzazione strisciante conseguente alle azioni legislative del governo e alle scelte fatte dai vertici dell’INPS.

Quelli che hanno compiuto questa azione infame, non l’hanno fatto di notte, ma hanno usato gli stessi criteri dei ladri: di soppiatto, senza farsi vedere, senza dichiararsi.

Nessuno ha avvertito i rappresentanti sindacali firmatari degli striscioni.

Chi sono dunque i mandanti di questo atto di provocazione sindacale? Perché non hanno la faccia di farsi vedere? Perché non accettano un contraddittorio, perché non danno una motivazione? Se l’azione è legittima, perché non si sono fatti avanti? In forza di cosa, di quale regolamento, di quale legge, di quale disposizione hanno agito? O è oramai proibita qualsiasi azione di dissenso sindacale che vada contro le scelte del governo che demolisce lo stato sociale a forza di decreti legge e dell’amministrazione dell’Istituto che opera con scelte che di fatto favoriscono la privatizzazione della previdenza? Siamo dunque in una situazione di divieto del dissenso e delle libertà sindacali?

Se gli striscioni sono stati esposti per anni, è perché essi esprimono il sentimento e il pensiero dei lavoratori dell’Inps, ne interpretano i più profondi convincimenti. E dunque questa azione proditoria colpisce e offende proprio i lavoratori dell’Inps e con essi tutti i lavoratori. Perché l’Istituto è dei lavoratori, per la semplice ragione che esso è finanziato in toto dai lavoratori. I quali, non ricevendo ascolto dal governo dell’Istituto e dal governo nazionale, si esprimono con i mezzi che da sempre hanno a disposizione: l’azione sindacale e la comunicazione scritta. Mezzi democratici, al contrario dell’atto di prepotenza fatto dai ladri di notte.

La democrazia non è formalismo, ma partecipazione la più ampia possibile dei lavoratori e dei cittadini. E tutto ciò che costituisce l’espressione libera e  democratica dei cittadini e dei lavoratori va rispettato.

O pensiamo che la democrazia sia come il chewingum: la si mastica per snervarla e poi la si sputa fuori? È davvero una ben strana concezione.

È una concezione autoritaria e disciplinare, che ci porta ai tempi della caserma.

Noi lavoratori e cittadini che ci battiamo per la difesa della previdenza pubblica perchè garantisca pensioni dignitose e per la libertà di manifestare le opinioni sindacali, principi garantiti dalla nostra costituzione, possiamo accettarlo? NO!!!

   

I lavoratori INPS di Lodi, la RSU, USB INPS LODI

Lodi, 13.09.2016