25 APRILE

Roma -

(56/20) 75 anni fa il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), presieduto tra gli altri da Sandro Pertini, proclamò l'insurrezione generale nei territori ancora occupati, indicando a tutte le forze partigiane di attaccare i presidi  nazi-fascisti imponendo loro la resa, prima dell'arrivo delle truppe alleate.

Tutta l'Italia settentrionale fu liberata dai partigiani: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine a vent'anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile  rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio della fase politica di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, e poi alla nascita della Repubblica, fino alla stesura ed approvazione della costituzione.

La lunga marcia della resistenza partì dagli scioperi dei lavoratori del 1942 in Sardegna e negli anni successivi nel nord Italia dove i lavoratori, a dispetto del fatto che il partito fascista aveva abolito il diritto di sciopero, manifestarono contro il caro vita e contro l'inflazione. Questi scioperi, repressi nel sangue, hanno fatto germogliare una generazione di donne e di uomini fieri e democratici.

Dopo 75 anni il nostro 25 aprile lo vogliamo dedicare a tutti quei lavoratori che in questi due mesi di pandemia per COVID-10, con impegno e sacrificio nella sanità, nella scuola, all'inps e alla giustizia, hanno difeso i diritti fondamentali sanciti dalla costituzione per garantire la salute, l'istruzione e il reddito ai cittadini, difendendo di fatto la democrazia e i più deboli.

Vecchi e nuovi fascismi sono sempre dietro l'angolo, se non si mantiene alta la guardia sulla difesa dei diritti, ogni arretramento delle condizioni materiali dei lavoratori incide sulla civiltà di una società. La USB PI INPS sa bene da che parte stare, ancora oggi c'è bisogno di una resistenza politica, sociale e sindacale che rimuova le ingiustizie e le disuguaglianze, i veri nemici dei lavoratori e della democrazia.