A PROPOSITO DI PRIORITA'
Comunicato n. 16/17
Nell’incontro del 31 maggio scorso avevamo stabilito e non senza fatica sul tavolo regionale le due indiscutibili priorità (sicurezza e dignità del lavoro), avevamo richiesto ed ottenuto l’integrazione dell’ordine del giorno e ribadito infine a chiare lettere il principio cardine secondo il quale sguarnire ancora il territorio per un qualsivoglia motivo non era assolutamente accettabile.
Una posizione ferma che, per amore di verità, veniva sostenuta tra l’altro anche da CGIL e CISAL. Pensavamo la priorità.
Oggi scopriamo che avevamo clamorosamente toppato, che la regola numero “1” è la “segretezza delle domande da rendere trasparenti solo se accolte” mentre in sospeso restano i criteri con buona pace del diritto e di ciò che resta delle regole.
Insomma, se ho deciso di partecipare legittimamente ad un interpello (comunque non condiviso dalla USB) ed ho presentato una regolare domanda, perché poi mi devo nascondere? E quale sarebbe il danno? L’annullamento o il rinvio delle festicciole?
Sinceramente, con tutto quello che sta succedendo in questi giorni dentro e fuori l’Istituto, non intendiamo dilungarci oltre. Resta l’amara constatazione di sempre: è mai possibile che non si riesca a fare una cosa, ma giusto una, alla luce del sole?
Ci tocca perciò ribadire quali sono le priorità.
Da soli cinque – mesi – cinque l’Agenzia di Tivoli, tramutata in complessa dal venerdì al lunedì, è senza direttore, con il personale e l’utenza completamente allo sbando.
I lavoratori di Tivoli vanno oggi portati ad esempio perché, proprio come quelli di Roma Casilino, ogni giorno se ne inventano una e si fanno in quattro per salvare la faccia di un Istituto che invece ha deciso di abbandonarli ormai al loro destino.
Hanno protestato, hanno scritto, hanno perfino inviato raccomandate ai vertici di una DG insensibile e assente (presidente compreso) restando però bene attenti a non scavalcare l’ordine formale gerarchico dietro il quale ci si trincera da sempre quando non si vogliono troppi fastidi. Ma nessuno si è degnato loro di rispondere.
Tutto quello che hanno saputo escogitare i soloni in DG è stato inviare da un paio di mesi a questa parte e per due volte alla settimana (quando va bene) un dirigente “responsabile” che arriva e poi non trova di meglio che barricarsi nella sua stanza fino all’orario di uscita, senza dare il benché minimo supporto non dico ai colleghi impegnati allo sportello, ma neppure alla reception.
E’ questo il modo di risolvere i problemi? Ma quanto pensate che possa ancora “sopravvivere” questa Agenzia?
Infine, dobbiamo purtroppo registrare che con il recente interpello abbiamo avuto conferma del fatto che le famose 35 pagine della determina sui cosiddetti “nuovi” criteri di attribuzione delle posizioni organizzative (ecco di cosa si preoccupano in DG) possono essere facilmente riassunte nello scandalo delle posizioni ad libitum, perché ci si va praticamente in pensione, alla faccia di qualunque rinnovamento e delle singole competenze che molti posseggono ma sono bypassati dalle clientele.
Posizioni, vogliamo rammentarlo, già oggetto di scandalo nell’era famosa della “grande bellezza” per il riprovevole mercato che ne è scaturito, posizioni che ancora oggi vengono indennizzate con il Fondo di Ente (cioè le paghiamo noi), posizioni che, salvando la pace di qualcuno e con le dovute eccezioni, per il resto si sono rivelate negli anni, sperimentazione dopo sperimentazione, perfettamente funzionali alla disorganizzazione imperante.