AL PRESIDENTE DELL'INPS

Nazionale -

 

 

Al Presidente Dr. Antonio Mastrapasqua

 

  e  p.c.    A tutti i lavoratori

 

 

 

 

 

 

Signor Presidente,

 

 

il governo, nominandola Commissario Straordinario dell’Ente, le aveva affidato il compito di redigere un piano industriale entro il 31 marzo 2009. Stesso compito avevano ricevuto i Commissari di INAIL e INPDAP, i quali hanno da tempo illustrato la loro proposta alle organizzazioni sindacali, prima di trasmetterla al governo. All’INPS, invece, non c’è stato alcun incontro. Le chiediamo, quindi: è stato elaborato il piano industriale per l’INPS? Se sì, come mai non è stato presentato alle organizzazioni sindacali? E’ stato già trasmesso al governo?

 

Sarebbe suo dovere rispondere a questi legittimi interrogativi, come sarebbe stato suo dovere ricevere la nostra delegazione lo scorso 19 febbraio, mantenendo l’impegno preso, invece di farci trovare le porte sbarrate e le guardie giurate schierate davanti agli uffici di presidenza.

 

Da allora abbiamo dovuto fronteggiare i continui tentativi di metterci all’angolo e di isolarci, probabilmente perché difendere il ruolo del sindacato e chiedere il rispetto delle norme contrattuali è poco funzionale al nuovo corso, impostato su un decisionismo spinto con il quale si stracciano le regole, già scarsamente democratiche. Così s’impartiscono disposizioni alle sedi ancora prima di raggiungere gli accordi sulle specifiche materie, o addirittura indipendentemente da questi. E’ il caso della recente circolare N. 37 sul nuovo assetto organizzativo delle sedi, o dei messaggi sul lavoro straordinario e sulla formazione, per non parlare poi della scandalosa modalità con cui saranno assegnate le posizioni organizzative ai C3, in modo assolutamente discrezionale ed in barba a graduatorie evidentemente indigeste alla dirigenza dell’Ente.

 

Finora il tentativo di isolarci è miseramente fallito e difficilmente riuscirà finché avremo il sostegno dei lavoratori, come stanno dimostrando anche le iniziative di questi giorni contro il progetto “Mettiamoci la faccia”. Ha valutato la sofferenza ed il disagio dei lavoratori nel vedere calpestata la propria dignità, oggi con gli emoticons e ieri con la campagna sui fannulloni? I lavoratori la faccia ce la mettono tutti i giorni, spesso sopperendo a carenze organizzative e funzionali, per ricevere in cambio cosa? Il voto di uno sconosciuto sulla professionalità individuale o la decurtazione dell’incentivo nel 2009? Non possiamo accettare che l’Ente acquisisca nuove competenze, senza preoccuparsi delle ricadute organizzative, o che siano aumentati enormemente i carichi di lavoro, soprattutto nei settori degli ammortizzatori sociali, per poi dire ai lavoratori che quest’anno guadagneranno di meno e che magari devono anche essere contenti, perché c’è chi è licenziato o messo in cassa integrazione.

 

Signor Presidente, sta a lei decidere se riaprire o no la porta che ci ha sbattuto in faccia il 19 febbraio, per avviare un confronto serio e costruttivo nell’interesse dei lavoratori e della funzione dell’Ente. Non pensa sia meglio avere interlocutori rigorosi ma leali, piuttosto che indulgenti ma sciatti mendicanti? Buon lavoro.

 

 

 

 

Roma, 23 aprile 2009                                       

                                                     p. RdB-CUB PI INPS

                                                      Luigi Romagnoli