Altro che Sant’Anna, i bonus temporanei non sono sufficienti: quattordicesima per tutti

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Il presidente e amministratore delegato dell’Acqua Sant’Anna, Alberto Bertone, ha deciso di pagare ai duecento dipendenti della società di acque minerali Sant’Anna una mensilità in più per aiutarli in questo momento di aumento generalizzato del costo della vita. Un bonus temporaneo, non una misura strutturale a integrazione della retribuzione. L’informazione mainstream ha elogiato il comportamento dell’imprenditore auspicando una pari attenzione e sensibilità da parte degli altri industriali.

Quella di Bertone è la decisione di un padroncino che conosce uno ad uno i propri dipendenti e usa lo strumento del bonus una tantum, fuori dai contratti di lavoro, per rafforzare ancora di più l’attaccamento dei lavoratori all’azienda. Cosa ben diversa è la quattordicesima da prevedere nei contratti collettivi e su questo tema la stampa fa molta confusione.

La proposta d’introdurre la quattordicesima nei contratti è stata avanzata dalla USB nella seconda metà degli anni ’80, quando l’attuale sindacato conflittuale si chiamava RdB (Rappresentanze di Base) ed era radicato per lo più nel pubblico impiego. Oggi USB è una realtà consolidata con una forte e continua crescita in tutto il mondo del lavoro, soprattutto in quello privato.

Per rafforzare il peso delle retribuzioni uno degli strumenti è la quattordicesima, da inserire in tutti i contratti di lavoro, del privato e del pubblico. Una quattordicesima che stabilizzi ulteriormente il salario accessorio rendendo certa e stabile la retribuzione complessiva. Allo stesso tempo serve un salario minimo stabilito per legge pari ad almeno 10 euro all’ora, per far uscire dalla schiavitù ampi settori di lavoro oggi soggetti a contratti vergognosi voluti dai sindacati complici Cgil-Cisl-Uil.

Quale schieramento politico porterà questi temi in campagna elettorale?

USB Pubblico Impiego INPS

Roma, 28 luglio 2022