Anche i lavoratori INPS allo sciopero generale del pubblico impiego del 17 novembre.

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ANCHE I LAVORATORI INPS ALLO SCIOPERO DEL 17 NOVEMBRE 

(61/23) Il 17 novembre è stato indetto dalla USB lo sciopero generale del pubblico impiego, con una manifestazione nazionale a Roma presso palazzo Vidoni, sede del Ministero della Pubblica Amministrazione. 

Il contratto collettivo delle funzioni centrali è scaduto da più di due anni, non si vede l'ombra del rinnovo, si parla solo di quella che definiamo senza problema una misera mancia temporanea, a fronte di un’inflazione sempre più pesante.  Solo un aumento di 300 euro netti al mese garantirebbe una reale ripresa del valore dei salari, non ci accontentiamo delle briciole!  

Nella Finanziaria c'è un nuovo attacco alle pensioni, a dispetto di chi affermava di voler superare la legge "Fornero". Per ora, si prevede la riduzione della rivalutazione per chi è già in pensione e un taglio significativo per i futuri pensionati pubblici. Il posto “figo”, come lo dipinge qualcuno, nella realtà è ben altro. 

In questo panorama generale e sociale, i lavoratori dell’INPS hanno tanti buoni motivi per partecipare:  

  • L’ingerenza del MEF con i rilievi effettuati sul CCNI è una grave intromissione nei rapporti tra Inps e i sindacati, ha bloccato l'erogazione del saldo degli incentivi e ritarda l'uscita del bando dei 6000 passaggi orizzontali  
  • C'è il rischio concreto di perdere la decorrenza dei passaggi economici dal 1° gennaio 2023 se l'intera procedura non si conclude entro il 31 dicembre 2023, vanificando così tutti gli sforzi fatti. La USB ha richiesto che entro il 17 novembre siano pubblicati i bandi, anche in assenza della certificazione definitiva del contratto 
  • Per i mansionisti la luce è ancora spenta, la graduatoria pubblicata, con molte ombre nelle valutazioni dei titoli dell’anzianità, a mala pena riguarda un terzo del personale interessato. È necessario pubblicare immediatamente un nuovo bando anche per soddisfare le legittime aspettative di molti che in questi anni sono stati oltremodo sfruttati   
  • La scandalosa applicazione del sistema di valutazione basato sulle schede, compilate fuori tempo massimo, ma che incidono sulle progressioni orizzontali  
  • La mancanza di trasparenza relativa alle schede di valutazione, di cui più volte la USB ha chiesto la pubblicazione, e l’inutilità delle commissioni di revisione, che hanno quasi sempre confermato le pagelle in "assenza di riscontri oggettivi"  
  • La mancata concessione del buono pasto in smart working, nonostante le rassicurazioni di Tridico, e del ristoro per le utenze  
  • Il mancato ripristino della direzione centrale della vigilanza ispettiva  
  • L’assenza di valorizzazione del personale informatico e infermieristico  
  • Nonostante le recenti e massicce assunzioni, l'Istituto "boccheggia" ancora: sempre più prestazioni, sempre più generali e meno personale dedicato che fornisca risposte puntuali al cittadino, grazie alla riorganizzazione attuata. Il personale è sempre in trincea, come hanno dimostrato i recenti episodi di violenza accaduti nelle sedi di Roma Tuscolano e di Napoli  
  • La cronica carenza del personale, soprattutto nelle sedi del nord   
  • L’assenza di una visione strategica condivisa con il personale, che deve essere parte del cambiamento, non soccombere ad esso  

Potremmo continuare ancora, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: rifiutarsi di scendere in piazza per difendere i propri diritti e quelli degli altri legittima chi li vuole tagliare.