ARRIVANO IN CDA LE GRADUATORIE PER I PASSAGGI IN AREA C

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  ARRIVANO IN CDA LE GRADUATORIE PER I PASSAGGI IN AREA C

(115/22) Come da noi annunciato nell’assemblea nazionale online del 29 novembre e riportato nel successivo volantino del 30 novembre, il prossimo 13 dicembre arriveranno in CdA le graduatorie definitive per i passaggi in Area C dei 302 vincitori della selezione in base al previgente sistema di classificazione. La decorrenza del passaggio dovrà essere necessariamente successiva all’approvazione delle graduatorie definitive e, quindi, presumibilmente sarà 1° gennaio 2023. Il passaggio, in ogni caso, non potrà avere una decorrenza retroattiva, ma questo lo sa bene anche chi continua ad avanzare richieste impossibili. I colleghi eventualmente inquadrati a B1 e B2 che risultassero tra i 302 vincitori della selezione a C1 possono partecipare alle selezioni per le progressioni economiche all’interno dell’area che scadono oggi alle ore 13 (Massaggio Hermes N. 4340 del 1° dicembre 2022), per ottenere il passaggio economico da gennaio 2022 a dicembre 2022. Ad essere maggiormente penalizzati sono ancora una volta i colleghi inquadrati a B3. Purtroppo, è l’ennesima ingiustizia, visto che i 302 lavoratori che passeranno a C1 dal 1° gennaio 2023 non potranno ovviamente partecipare alle selezioni per la progressione economica a C2 come invece può fare il personale di Area B già transitato a C1. Stesso percorso lavorativo, stesso mansionismo storico, stessa situazione di sfruttamento, ma, come in questo caso, non di rado le regole che governano i passaggi di area e i ritardi dell’Amministrazione hanno segnato negativamente il corso della vita lavorativa di molti lavoratori. Tuttavia, a queste ingiustizie non si può rispondere prendendo in giro i lavoratori promettendogli una decorrenza retroattiva dell’inquadramento a C1.

Con tale adempimento si chiude il capitolo dei passaggi di area del personale in possesso del titolo di studio richiesto per l’accesso dall’esterno all’area superiore (diploma di scuola secondaria di secondo grado per il passaggio in Area B e laurea triennale per il passaggio in Area C). In questa fase è risultata evidente la penalizzazione del personale di Area A in quanto il numero di passaggi è stato esiguo per la decisione dell’Amministrazione di non prevedere assunzioni in Area B nel Piano dei Fabbisogni 2020-2022, antecedente alla contrattazione collettiva all’Aran. La decisione del presidente Tridico di non voler determinare nuovo mansionismo all’INPS all’epoca ci trovò concordi, fiduciosi che il contratto collettivo avrebbe potuto risolvere una volta per tutte la piaga del mansionismo. Per questa nostra posizione siamo stati oggetto di accuse ingiustificate da parte di quei sindacati che poi all’Aran hanno impedito di definire un sistema di classificazione innovativo, che superasse i vincoli di legge e fosse coerente con le prestazioni effettivamente svolte dai lavoratori. Siamo stati ingenui a pensare che il contratto questa volta sarebbe servito a risolvere i problemi dei lavoratori? Forse sì. Ma come mai la “forza” di tutte le altre organizzazioni sindacali non è riuscita all’epoca a convincere il presidente Tridico ad assumere in Area B per poter fare ulteriori passaggi dall’Area A alla B? Visto com’è andato a finire il contratto, oggi anche il presidente Tridico ha compreso che è necessario attivare assunzioni in quella che ha assunto la denominazione di Area degli Assistenti (ex Area B).

Restiamo in attesa della convocazione per la definizione delle Famiglie Professionali, adempimento propedeutico, come abbiamo più volte avuto modo di ricordare, per poter bandire le selezioni per i passaggi di area in deroga al possesso del titolo di studio richiesto per l’accesso dall’esterno, secondo quanto previsto dall’art. 18 del CCNL del 9 maggio 2022.

A parte la USB, nessuno sta dicendo chiaramente che i lavoratori delle Aree A e B, che attendono da anni la possibilità di ottenere un parziale riconoscimento delle mansioni superiori svolte, sono penalizzati dall’assegnazione dei nuovi incarichi di dirigente generale. Infatti, come abbiamo già avuto modo d’informare in precedenti volantini, l’attuale direttore centrale risorse umane non ritiene di aprire il confronto sulle Famiglie Professionali a un passo dalla scadenza del mandato e lascia il compito al futuro capo del personale che s’insedierà il prossimo 1° gennaio. Siamo stati gli unici a sollecitare più volte l’avvio del confronto, proponendo la partecipazione al tavolo del futuro direttore centrale risorse umane. Nessuna organizzazione sindacale ha sostenuto questa nostra battaglia e a rimetterci saranno ancora una volta i lavoratori, che a questo punto dovranno aspettare diversi mesi prima che sia possibile bandire le procedure, mentre proseguono i pensionamenti del personale interessato alla norma. Invece di continuare a chiedere procedure selettive che non possono essere bandite, perché non ci si unisce per costringere l’Amministrazione ad avviare il confronto per la definizione delle Famiglie Professionali? Misteri della concorrenza sindacale, che spesso fa male ai lavoratori.