ASSEMBLEA NAZIONALE USB 4 OTTOBRE 2019 / L'INCONTRO CON IL DIRETTORE GENERALE DELL’INPS
Comunicato n. 94/19
Una folta delegazione di lavoratrici e lavoratori presenti all’assemblea nazionale convocata dalla USB lo scorso 4 ottobre davanti alla direzione generale dell’INPS in Via Ciro il Grande 21 a Roma è stata ricevuta dal direttore generale dell’Istituto. Presenti in delegazione mansionisti delle aree A e B, infermieri professionali, informatici e ispettori di vigilanza, neo assunti del concorso a 967 posti di consulente della protezione sociale, rappresentanti degli ex LSU.
Il confronto è partito dai temi generali della piattaforma programmatica proposta dalla USB, sottolineando la necessità di valorizzare le funzioni dell’Istituto ed implementare il fabbisogno di personale. A tale proposito il direttore generale ha confermato quanto ci era stato anticipato dal presidente Tridico il giorno precedente in un incontro informale: il fabbisogno generale dell’INPS crescerà di almeno mille unità. Questo significa che il costo del fabbisogno non è più un tabù e che l’Istituto si potrà avvicinare progressivamente al fabbisogno ideale stimato in 31.155 unità lavorative. I vertici dell’INPS prevedono di ricevere l’autorizzazione per altre duemila assunzioni, incrociando così la richiesta della USB di ulteriori 3.000 assunzioni entro il 2020 oltre a quelle già autorizzate o in corso di autorizzazione.
Sul mansionismo delle aree A e B il direttore generale con onestà ha affermato che non può essere risolto con la contrattazione integrativa ma all’Aran e alla Funzione Pubblica con accordi contrattuali ed eventuali variazioni legislative, smentendo così chi continua a promettere ai lavoratori delle aree A e B ricette miracolose attraverso accordi interni. Noi abbiamo chiesto che siano attivati immediatamente i passaggi di area per cominciare a dare risposte concrete almeno a chi ha titolo a partecipare a quelle selezioni, procedendo parallelamente anche all’emanazione dei bandi per le progressioni economiche all’interno delle aree, così da collocare al più presto tutti gli A e B ad A3 e B3, una possibilità che avremmo voluto si fosse concretizzata già nel 2018 e che ci è stata negata da chi ha firmato quel contratto integrativo. Ora si rischia il bis se non si arriva in tempo. Se accadesse una cosa del genere sarebbe unicamente colpa di quei sindacati che a parole combattono il mansionismo mentre, in realtà, non fanno nulla per mettere fine a quella piaga.
Nell’incontro con il direttore generale si è parlato anche della reinternalizzazione dell’informatica e della vigilanza, della necessità di assumere nuovi infermieri professionali e di garantire loro la formazione, del riconoscimento della piena contribuzione del periodo di lavoro socialmente utile a quanti sono poi entrati nei ruoli dell’INPS, mentre per quanto riguarda il part-time verticale ciclico nell’incontro del giorno precedente il presidente aveva ribadito che la norma è all’esame del Ministero dell’Economia e che dovrebbe essere inserita in un prossimo provvedimento legislativo per un costo complessivo di 26 milioni di euro.
Il direttore generale ha annunciato l’imminente concorso per l’assunzione di 176 informatici, un numero sicuramente insufficiente ad avviare quel processo di reinternalizzazione dell’informatica che, almeno a parole, anche l’Amministrazione ha dichiarato di voler perseguire, tuttavia rappresenta un inizio. Sulla vigilanza c’è stata più cautela che in passato, perché il mutato quadro politico potrebbe vanificare l’approvazione di una modifica legislativa che con il precedente governo era giunta ormai a buon punto. Su questo abbiamo ribadito l’esigenza di fare tutto il possibile perché sia restituito all’INPS il governo dell’attività di vigilanza e riconosciuta la possibilità di procedere a nuove assunzioni con la cancellazione del ruolo ad esaurimento. USB continuerà a fare la propria parte per favorire un risultato positivo.
Per quanto riguarda il profilo sanitario è stato chiesto al direttore generale di valutare l’assunzione di nuovi infermieri professionali, ai quali l’Istituto deve garantire la formazione in orario di servizio possibilmente gestita dallo stesso Istituto, considerato che tale personale è obbligato ogni anno ad accumulare un certo numero di crediti formativi. Il direttore generale ha preso nota di tali richieste ed ha promesso che la richiesta di nuove assunzioni sarà tenuta in considerazione. Per quanto riguarda la formazione si sottolinea l’importanza che sia garantita a tutti i lavoratori, senza alcuna discriminazione, così da poter contare su una generalizzata ed omogenea conoscenza dei diversi compiti istituzionali, con l’obiettivo di ricostruire una estesa capacità di gestione e governo dei processi produttivi.
Per quanto riguarda la contribuzione del periodo di lavoro socialmente utile, il direttore si è riservato un approfondimento mentre la richiesta della USB è quella di aprire un tavolo istituzionale tra INPS e ministeri competenti per arrivare al riconoscimento della contribuzione piena.
La delegazione dei manifestanti ha posto al direttore generale anche la questione riguardante la Circolare 103 del 2019, rinnovando la richiesta di sospenderne l’applicazione per avviare un confronto sulle ricadute organizzative e sugli strumenti necessari per attuare quanto previsto: estensione dell’orario di servizio, presenza della vigilanza fino alla chiusura della sede, volontarietà nella copertura dello sportello pomeridiano, utilizzo dei turni e degli straordinari. Il direttore generale, così come il presidente il giorno prima, si sono dichiarati disponibili a rinviare l’applicazione della circolare e ad aprire un confronto sulle criticità evidenziate dalle rappresentanze dei lavoratori.
Un lungo incontro che non ha certo esaurito i temi che andrebbero affrontati ed ai quali andrebbe data soluzione, tuttavia abbiamo trovato un’Amministrazione ben disposta al dialogo, riconoscendo alla USB il peso di un’ampia rappresentatività, l’abilità nel promuovere e gestire momenti collettivi di confronto come quello del 4 ottobre e la serietà di affrontare con competenza le diverse problematiche. Ora abbiamo una piattaforma programmatica comune su cui lavorare: mettiamoci tutte e tutti all’opera.