BENE L’ACCORDO SUL REGOLAMENTO DEI PRESTITI LA VERA PROVA OGGI CON LA STRETTA FINALE SUL CCNI
(90/21) Il tavolo sindacale nazionale ha discusso ieri la relazione tecnica presentata dall’Amministrazione e finalizzata a modificare il regolamento dei prestiti ai dipendenti. Verrà introdotta la possibilità di chiedere l’ammortamento in 180 rate anziché in 120 (con abbassamento della rata o con aumento dell’importo richiedibile).
La delegazione USB ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla Direzione Centrale Risorse Umane e dal Coordinamento Statistico Attuariale, che hanno predisposto una proposta equilibrata e migliorativa per il personale.
L’estensione dell’ammortamento e dell’importo richiedibile viene temperata dal limite dei 75 anni per il termine della restituzione del prestito e dall’importo massimo di 20.000 euro concedibile in relazione ai 5 anni ulteriori di ammortamento, dalla 121^ alla 180^ rata. Ciò dovrebbe consentire di limitare al minimo l’eventuale differimento dell’erogazione del prestito rispetto alla domanda e la formazione di graduatorie.
Rimarrà la possibilità di terminare l’ammortamento oltre i 75 anni (ma entro i 77) per i soli prestiti richiesti con rateizzazione in 10 anni (120 rate).
Nel corso della riunione la USB ha chiesto che si intervenga per evitare che ai lavoratori in part time ciclico verticale non sia erogato il prestito quando la mensilità precedente alla richiesta risulti senza retribuzione. Sarebbe sufficiente prevedere in tal caso di risalire alla prima retribuzione utile per il calcolo del quinto cedibile, evitando di respingere le domande.
La USB ha inoltre chiesto che nel regolamento sia specificata, per ogni tipologia di richiesta, la documentazione prescritta, superando le passate ambiguità.
La delegazione della USB ha comunicato la disponibilità a siglare un verbale di accordo basato sulla relazione tecnica illustrata, riservandosi ovviamente l’esame del regolamento aggiornato.
Più difficile si prospetta la trattativa prevista per oggi alle ore 15 sul contratto integrativo. Nonostante una bozza iniziale irricevibile presentata dall’Amministrazione e proposte dello stesso tenore di altre organizzazioni, la delegazione USB ha mantenuto un approccio costruttivo alla ricerca di un accordo che contemperi gli interessi di tutti i lavoratori e non solo quelli di pochi privilegiati.
Nella riunione odierna continueremo a chiedere un TEP di pari importo per tutti del valore di 600 euro mensili con un’ulteriore maggiorazione di almeno 70 euro per i colleghi A e B. Il TEP deve inoltre tornare ad essere svincolato dalla performance ed essere riassorbibile in caso di progressioni orizzontali, altrimenti il passaggio ai livelli economici superiori avrebbe un onere insostenibile per il Fondo e il numero di possibili passaggi si restringerebbe notevolmente. Se ciò accadesse, sarebbe un altro colpo inferto al riconoscimento della professionalità dei lavoratori dell’INPS, con un’omologazione sempre più evidente al settore statale.
Vogliamo firmare il contratto integrativo 2020-21 ma siamo disposti a farlo solo se sarà un buon accordo, che non si limiti a strizzare l’occhio a chi è già indennizzato o ha un incarico direttivo. Ancora una volta ripetiamo che deve essere il contratto di tutti e non solo di pochi.