BILANCIO INPS 2013 ANCORA SOTTO ESAME. AL VAGLIO DEL COLLEGIO DEI SINDACI LA II NOTA DI VARIAZIONE

Comunicato n.45/13

Nazionale -

E’ imminente l’esame della seconda nota di variazione al Bilancio di previsione 2013 da parte del Collegio dei Sindaci dell’INPS. Vogliamo essere ottimisti e pensare che questa volta i Sindaci approveranno il piano di risparmi indicato dall’amministrazione, senza pretendere ad ogni costo il taglio delle risorse che finanziano i progetti speciali, altrimenti saremo costretti a prendere atto di un progetto politico di attacco alle retribuzioni dei lavoratori dell’INPS di cui il Collegio dei Sindaci si fa paladino.

 

Già nel Bilancio di previsione 2013, approvato a febbraio di quest’anno, il Collegio dei Sindaci rinviava la verifica della congruità degli stanziamenti per i trattamenti accessori riportati in bilancio al momento dell’esame dei contratti integrativi 2013, sottolineando che la Legge di stabilità 2013 ha previsto il taglio delle risorse di finanziamento dell’art. 18 della Legge 88/89 qualora i risparmi richiesti all’INPS non siano raggiunti con riduzione di altre spese. In più, i Sindaci hanno aggiunto testualmente – “… detti stanziamenti non possono costituire fonte di legittimazione al pagamento da parte dell’Istituto sino alla conclusione dell’iter di certificazione …”. In altre parole, se l’amministrazione avesse seguito pedissequamente le indicazioni dei Sindaci non avrebbe dovuto pagare i 90 euro di anticipo mensile dell’incentivazione né gli altri acconti del 2013.

 

Nella prima nota di variazione al Bilancio 2013 i Sindaci non hanno approvato il piano dei risparmi dell’INPS, specificando che i tagli alle risorse della Legge 88/89 non debbano essere applicati sulla cifra complessiva ma su quanto è effettivamente destinato al Fondo di ente. In sostanza il Collegio non si accontenta dei risparmi ma vuole vedere scorrere il sangue dei lavoratori dell’Istituto.

 

Ma lo stesso vogliamo essere ottimisti e pensare che questa volta prevalga tra i Sindaci una posizione pragmatica e non ideologica. Chi è pronto a prendersi la responsabilità di trascinare l’ente in un durissimo scontro caratterizzato da blocco dell’attività, manifestazioni senza preavviso ed eclatanti iniziative di protesta? Perché costringerci in piena estate a scartabellare notizie di stampa, curriculum, archivi per scoprire che revisori apparentemente pignoli in altre occasioni si sono lasciati passare sotto il naso spese a dir poco discutibili, come l’acquisto di un’automobile di 93.000 euro per il rettore di un’università abruzzese o l’abbellimento di quattro stanze del rettorato per 900.000 euro? E che dire delle docenze fatte in master universitari finanziati da un ente pubblico il cui bilancio si è chiamati a controllare? E le giustificazioni agli autisti per mettere a carico della collettività le multe prese? E i buoni pasto percepiti senza timbrare la presenza? Non vorremmo proprio passare l’estate ad indagare, verificare la veridicità delle notizie ed abbinarle a nomi e cognomi. Vogliamo essere ottimisti, perché per il pessimismo c’è sempre tempo.