BILANCIO SEMESTRALE
Comunicaton. 16/16
Centottanta lunghi giorni vissuti un po’ a rotta di collo, incastonati fra le pagine più buie della nostra storia, per (provare a) sviluppare conflittualità, coordinare le lotte e difendere i diritti civili, mentre i sindacati di regime si dibattono tra le abituali compatibilità e una inefficace concertazione per continuare a vegetare.
Ennesima scissione registrata all’interno di quel che resta della CGIL, una parte della quale reagisce alle imposizioni dei vertici dal pensiero unico e, finalmente, decide di entrare nella USB. Memorabile la loro ouverture: “Scusate il ritardo”.
Per quanto concerne i metalmeccanici, la lotta per il CCNL prosegue serrata ma va per le lunghe al punto che più di qualcuno sospetta che la posta in gioco sia un’altra e cioè: la riammissione della FIOM al tavolo delle trattative in cambio della fine del contratto nazionale di categoria e del diritto di sciopero. Si tratta di due rospi da ingoiare mica da ridere in barba alle conquiste di mezzo secolo, che tuttavia appaiono oggi incredibilmente plausibili.
In realtà bisogna prendere atto che del capitalismo dal volto umano (ammesso che sia mai esistito) non resta nulla, eccezion fatta per l’utilizzo delle strutture e delle relazioni utili per promuovere la mobilitazione dei lavoratori a occuparsi della salvaguardia, per quanto possibile, delle aziende.
Con la progressiva e brutale affermazione di politiche sempre più liberticide, le OOSS confederali non sono riuscite a fare altro che spartire interessi logorando sé stesse, anziché la controparte, fino al punto tale da non essere più credibili.
I risultati di questo strano modo di fare politica sindacale sono sotto gli occhi di tutti: connivenze e compromessi da una parte, distacco e disaffezioni dall’altra. La ratifica dei nuovi comparti all’ARAN, che ci consente di conservare maggiore rappresentatività fino alle RSU del 2018, definisce tutto come segue:
· Funzioni centrali EPNE Ministeri e Agenzie Fiscali con 250.000 dipendenti;
· Funzioni locali Comuni e Regioni 450.000 dipendenti;
· Sanità ASL e Ospedali 550.000 dipendenti;
· Istruzione Scuola Università e Ricerca 1.150.000 dipendenti.
Nell’ambito dell’arcipelago antagonista, una dolorosa frattura si deve purtroppo registrare anche all’interno della USB, dove una minoranza ristretta di delegati contrari alla firma tecnica del Testo Unico sulla rappresentanza si dissocia e poi fonderà SGB. Un processo senza senso che purtroppo indebolisce l’opposizione. Dentro l’Istituto proseguono senza soluzione di continuità lotte intestine a ogni livello in cui si distinguono (manco a dirlo) CISL e UIL molto preoccupate per la loro stessa sopravvivenza mano a mano che i lavoratori prendono coscienza ed oggi ridotte ad accaparrarsi briciole di potere, elargite dal presidente factotum.
Si marcia ormai senza remore verso la privatizzazione dell’ente e non è poi una grande novità, ma probabilmente già dal prossimo 2020 i neo dipendenti INPS saranno alti, biondi e con gli occhi tassativamente azzurri, secondo i nuovi dettami.
Degli altri si aspetta giusto la fine per consunzione non essendo state illustrate modalità, mentre 150 famiglie di idonei non vincitori che fanno capo ai concorsi del 2011 vengono discriminate pur essendo i candidati in possesso della laurea e di un master: il loro “peccato originale” resta quello di appartenere all’area B.