CAMBIA IL GOVERNO MA SULLA VIGILANZA LA MUSICA È SEMPRE LA STESSA

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(60/21) Lo scorso 13 febbraio si è insediato il Governo Draghi e ricordiamo le prime dichiarazioni in merito all’evasione fiscale, definita “gravoso freno alla crescita”. Ma, di fatto, anche l’attuale governo fa finta di non vedere che l’evasione fiscale e contributiva costa 191 miliardi l’anno, se includiamo anche l’economia sommersa, secondo lo studio del Parlamento Europeo.

Sappiamo bene quante volte i politici abbiano sbandierato i loro proclami elettorali contro il lavoro nero e l’economia sommersa, prendendo impegni regolarmente disattesi. Ebbene, anche negli attuali schieramenti politici sembra prevalere un atteggiamento di facciata che, più che innovare, tende a rafforzare l’accentramento della funzione ispettiva all’interno dell’Ispettorato nazionale del lavoro (INL), ovvero del Ministero del Lavoro, espressione governativa.

Una giusta riforma non può certo ignorare che l’impianto dell’INL, come finora palesatosi, rappresenti un vistoso arretramento della funzionalità degli Enti previdenziali e della stessa attività ispettiva del Ministero del Lavoro. La lotta all’evasione delle grandi imprese richiede un continuo monitoraggio ed un investimento mirato alla formazione del personale ispettivo, che può essere garantito solo con l’autonomia degli Enti INPS ed INAIL.

Fin dalla sua istituzione – prevista dal decreto legislativo n. 149 del 2015 – sosteniamo che l’Ispettorato per come è stato pensato non funziona e lo certifica anche l’ultimo rapporto annuale sulla vigilanza redatto dal Ministero del Lavoro, che sottolinea, dati alla mano, il ruolo degli ispettori dell’INPS e dell’INAIL nel recupero dell’evasione.

L’Inps con soli n. 1021 ispettori (dato al 31.12.2020) garantisce l’80% circa di tutto l’accertato della vigilanza, il che vuol dire che ogni ispettore Inps nell’anno 2020 ha recuperato circa 672 mila euro.

Si parla tanto di Recovery Plan, risorse finanziarie che in gran parte dovranno essere restituite con lacrime e sangue dei lavoratori e dei contribuenti, eppure il recupero dell’evasione consentirebbe di ridurre il costo del lavoro e di aumentare le entrate contributive, iniziando finalmente un percorso di risalita.

Ma così non è. Il Recovery fa riferimento ad un “rafforzamento già programmato dell’Ispettorato nazionale del lavoro”, è infatti prevista nei prossimi mesi l’assunzione di circa 2.000 ispettori del lavoro su un organico corrente di circa 4.500, mentre INPS e INAIL non possono assumere. Se non si agisce rimuovendo l’ostacolo normativo attraverso la cancellazione del ruolo ad esaurimento, la vigilanza ispettiva degli enti previdenziali e assicurativi è destinata a morire, trasferendo nel tempo le competenze all’INL.

Ci siamo sempre battuti per la salvaguardia delle funzioni della vigilanza e continueremo a farlo finché ne avremo la possibilità. Per questo abbiamo scritto una lettera aperta alle altre organizzazioni sindacali dell’INPS proponendo un’iniziativa comune davanti il Ministero del Lavoro, perché è lì il problema e lì bisogna tornare.