CASILINO MUORE

Comunicato n. 13/12

Roma -

Due anni e mezzo dopo l’inizio di una sperimentazione tuttora in corso, mentre la PPC si sollazza con i dati relativi al primo trimestre 2012 nel chiaro tentativo di dimostrare che dopo tutto il parametro 124 non è un’irraggiungibile chimera, la situazione delle sedi, già per sé tragica, può dirsi incredibilmente peggiorata.

Premesso che la circolare n. 66 su “Evoluzione del nuovo assetto organizzativo e funzionale del servizio d’informazione e consulenza dell’Istituto” emanata ieri (nonostante il parere negativo di 4 organizzazioni sindacali su 5), sembra solo ora fittiziamente prendere atto dei danni palesi provocati dalla riorganizzazione stessa privilegiando una eccessiva telematizzazione ed ignorando le persone, il percorso adottato dall’amministrazione può definirsi sicuramente schizofrenico.

Insomma, dopo aver sfasciato tutto quello che era possibile sfasciare e che (lo rammentiamo) funzionava quasi perfettamente, ci si accorge improvvisamente dell’importanza che riveste il cittadino utente e delle richieste, rimaste inevase, del pubblico con l’indicazione per il futuro di privilegiarne (!) il rapporto diretto.

Schizofrenia a parte, la circolare n. 66 è la illogica conseguenza delle direttive precedenti (la 113/2011 e la 135/2011), come specificato pure nella premessa. In barba alle ciance e alle intenzioni, quello che fa specie è la testardaggine di questa amministrazione nel non voler tenere in alcun conto la situazione ormai esplosiva delle sedi gravemente carenti di personale a cominciare dal Casilino.

I dati relativi al bacino di utenza, peraltro non aggiornati, sono da far tremare i polsi: quasi 700.000 residenti facenti capo al VI, al VII e all’ VIII Municipio con 23 comuni aggiuntivi tra Palestrina e Colleferro, 13.000 aziende con dipendenti attive, 75.000 autonomi, circa 150.000 pensioni erogate (di cui 32.000 invalidi civili), una media di oltre 2.500 prestazioni a sostegno del reddito al mese, con 38.564 accessi regolarmente registrati nel solo primo trimestre 2012.

A tutto questo provvedono con quotidiana solerzia e una mirabile abnegazione poco meno di un centinaio di colleghi (in realtà sarebbero 121, ma ovviamente non vanno conteggiati dirigenti, funzionari e titolari di posizioni organizzative, il cui numero continua ad aumentare in un esercito che si assottiglia sempre più.

Le file chilometriche agli sportelli, la chiusura di fatto impossibile dello sportello mattutino con l’apertura di quello pomeridiano senza soluzione di continuità, le continue aggressioni fisiche e verbali evidentemente non sono bastate.

Mentre i dati di produzione oscillano ogni mese, creando situazioni in vero paradossali, con evidenti ripercussioni sulla Filiale (perché si persiste nel non considerare le caratteristiche oggettive del territorio e non dividere l’arretrato dal pervenuto), lo stress da lavoro correlato e l’insofferenza generale aumentano a dismisura.

Abituati alle spiacevoli sorprese, non ci meraviglieremmo del fatto che, magari con il tradizionale gioco delle 3 carte, si arrivi a parlare a fine anno di esuberi, tanto per giustificare i tagli pretesi nella P.A. dall’incartapecorito ministro Fornero.

Senza una formazione adeguata ed in assenza di un briciolo di organizzazione, abbandonati al loro destino, i lavoratori del Casilino sono divenuti l’emblema di quello che sta accadendo nella regione: una vera e propria bomba ad orologeria, il cui detonatore potrebbe essere l’apertura fittizia della nuova agenzia virtuale della Borghesiana.