CASO DI MICHELE: La USB SOLLECITA i CHIARIMENTI

Roma -

     Al presidente

      Prof. Pasquale Tridico

      e p.c.

      A tutti i lavoratori

 

Gentile presidente,

da sette giorni il direttore generale dell’INPS, dott.ssa Gabriella Di Michele, è sulla graticola perché accusata da testate giornalistiche nazionali di:

-       essersi autorizzata nel 2012 un mutuo ipotecario e di aver ottenuto, con il parere favorevole del presidente dell’INPS Tito Boeri, la cancellazione della multa di 200 euro che le era stata comminata per tale violazione del codice disciplinare;

-       aver commissionato nel 2012 alla società Mizar Appalti srl lavori di ristrutturazione del proprio appartamento nel periodo in cui era direttore regionale Lazio, avendo in precedenza e successivamente affidato in forma diretta e senza gara alla stessa società di costruzioni numerose commesse per conto dell’INPS;

-       aver chiesto all’allora coordinatore regionale del Tecnico Edilizio INPS del Lazio, arch. Achille Elia, di firmare la dichiarazione di inizio dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento, nonché, da quanto si apprende dal quotidiano “LaVerità” del 21 novembre scorso, di averlo incaricato della progettazione e della direzione dei lavori di ristrutturazione dell’appartamento, tra l’altro sembrerebbe senza che il professionista avesse la preventiva autorizzazione all’INPS.

Di fronte a tali gravi accuse lei, sig. presidente, non ha ritenuto al momento di rispondere alla nostra richiesta di chiarimenti e trasparenza inviatale lo scorso 25 novembre ma ha pensato bene di pubblicare un video sulla rete Intranet dell’Istituto chiamando i lavoratori ad avere un atteggiamento positivo nei confronti del futuro dell’Istituto. Non una parola su quanto scritto in questi giorni dalla stampa, nessun velo squarciato in nome della trasparenza rispetto alle pesanti accuse che non chiamano in causa solo l’attuale direttore generale dell’INPS ma l’Istituto stesso. Lei ha preferito liquidare la vicenda in modo generico, affermando che non è il momento dei veleni, delle lotte, ma della pacificazione, in nome di un radioso futuro che sembrerebbe lei stia già disegnando per tutti noi.

Da abile comunicatore ha fatto leva su un problema molto sentito, quello del mansionismo, dimenticando tuttavia di citare i lavoratori dell’Area A che anch’essi, al pari dei colleghi di Area B, subiscono lo sfruttamento da parte di un’amministrazione che rifiuta anche solo di certificare le mansioni effettivamente svolte per timore di ricorsi giudiziari. Lei, sig. presidente, ha annunciato che nella Legge di Stabilità 2020 ci sarà la soluzione al mansionismo, mantenendo tuttavia un’estrema riservatezza sul contenuto del provvedimento legislativo. Ha annunciato un altro provvedimento legislativo che favorirà la stabilizzazione degli attuali medici a contratto ed autorizzerà ulteriori duecento assunzioni di medici tramite concorso pubblico. Ha riferito inoltre di aver ottenuto l’autorizzazione per assumere 165 informatici e 1.869 amministrativi. Nella sua umiltà ha dimenticato di rivendicare l’aumento del Fabbisogno dell’Istituto per 1.003 unità ed allora glielo vogliamo ricordare noi.

Le vogliamo anche ricordare, prof. Tridico, di aver promesso un provvedimento legislativo che riapra la possibilità di aderire al Fondo del Credito e Welfare con il prelievo del contributo dello 0,35%, nonché un dispositivo di legge che riconosca la piena contribuzione ai lavoratori che hanno usufruito del part time verticale ciclico. Dulcis in fundo ci sarebbe anche la promessa di un intervento legislativo per la cancellazione del ruolo ad esaurimento degli ispettori di vigilanza, restituendo all’INPS il pieno governo sull’attività di Vigilanza e la possibilità di assumere nuovi ispettori. Le promesse sono tante, vedremo quante se ne realizzeranno. Il suo video, quindi, è apparso come un’abile arma di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dalla scottante cronaca e portarla sui temi d’interesse dei lavoratori dell’Istituto. Una pacifica chiamata alle armi per cercare d’isolare chi ancora una volta cerca solo di far prevalere la legalità, la trasparenza, il pari trattamento per tutti, senza vantaggi per chi detiene posizioni di potere.

A lei presidente preme portare a casa la riorganizzazione e dal suo intervento su Intranet traspare chiara l’intenzione di non voler fermare il treno in corsa, sorvolando sul fatto che sarà proprio il direttore generale, nell’occhio del ciclone per i fatti riportati in precedenza, a doverle presentare la proposta di nomine. Ma questo per lei sembra non rappresentare un problema, forse perché da come ha parlato nel video si comprende benissimo che le scelte sono state già fatte e che per ufficializzarle si è solo costretti ad aspettare che l’interpello faccia il suo corso, magari con l’intervento di una Commissione esterna utilizzata come foglia di fico come nelle nomine assegnate da Boeri. Equità, rotazione, centro e periferia, parità di genere, questi i criteri da lei richiamati e che saranno di riferimento nella scelta degli incarichi di I fascia. E se ci aggiungessimo anche la competenza, il percorso professionale, i risultati ottenuti, la comparazione dei titoli, rischieremmo forse di rovinarle la festa?

La pacificazione a cui tiene tanto, sig. presidente, la si ottiene anche rispettando tutti gli interlocutori, compreso la USB che da lei attende chiarimenti ufficiali che tardano ad arrivare. Non si può invocare la trasparenza e poi mettere la polvere sotto il tappeto. Cominci a pacificare la dirigenza, oggi moto divisa ed incerta sul proprio futuro e su quello dell’Istituto. Non si contorni di cerchi magici e non ceda al richiamo di sirene vendicative. Faccia scelte coraggiose, come quella d’infrangere il tabù che vede a fine anno il mancato raggiungimento degli obiettivi da parte di alcune sedi per giustificare il meccanismo dell’incentivazione ed evitare l’accusa di distribuzione del premio a pioggia a tutto il personale. Liberi il Fondo delle aree professionali dall’onere di finanziare le posizioni organizzative e gli incarichi direttivi, quindi l’organizzazione del lavoro. Insomma, che tutto non si riduca all’assegnazione di questo o quel posto di funzione dirigenziale.

Continuiamo fiduciosi ad attendere una risposta, possibilmente diretta e non attraverso un video. Cordiali saluti.