CATTIVE ABITUDINI
Comunicato n.11/07
La pubblicazione dei messaggi 2394 e 2396 in data 26/1 da parte della Direzione Generale in tema di mansioni superiori ha provocato la rabbiosa e sconcertante reazione di Tonino Alberini della UILPA INPS Lazio che di recente ha definito, in un proprio comunicato (vedi allegato), la richiesta di certificazione delle mansioni (attivata dalla RdB fin dal lontano 30/05/06) solo un "bluff" e "fumo negli occhi dei lavoratori".
E’ molto probabile a questo punto che si tema il successo della vertenza sindacale promossa dalla RdB, soprattutto da parte di chi ha investito tutto esclusivamente nella procedura legale, attivando ricorsi gratuiti per gli iscritti, nel malcelato tentativo di ottenere nuove adesioni (roba da agenzia assicurativa).
Risulta, tuttavia, incomprensibile come un’organizzazione sindacale ben radicata sul territorio come la UIL rinunci volutamente a priori a promuovere adeguate iniziative di carattere sindacale sulla materia in oggetto, intervenendo peraltro in maniera così astiosa nei confronti di chi invece ha scelto di percorrere la strada negoziale, attraverso la mobilitazione dei lavoratori, per ottenere:
>> trasparenza degli atti amministrativi per tutto il personale;
>> differenza stipendiale per chi effettivamente svolge mansioni superiori;
>> programma di azzeramento delle aree A e B con relativo passaggio in area C.
L’evidente nervosismo del segretario regionale della UILPA INPS Lazio traspare anche quando lascia spazio all’autoreferenzialità, laddove afferma che in tema di mansioni superiori soltanto nella sua regione ci si è mossi in modo serio ed efficace, indicando agli altri il percorso da seguire, come a dire che in altre regioni le strutture UIL finora sono rimaste a guardare.
In quanto poi all’allarme che Tonino Alberini lancia in merito all’esiguità dei 4.000 passaggi previsti dalla bozza del CCNI 2006 (ultima stesura), farebbe bene a girarlo al segretario nazionale UILPA INPS Adriano Petricca.
Quest’ultimo, infatti, durante la contrattazione verbalizzata del 18/12 u.s., innanzi ad una proposta di circa 2.000 passaggi (dunque la metà), affermava testualmente: "la proposta c’è, credo sia fatta in percentuale, al di là dei C 4 informatici, dunque va abbastanza bene". Salvo poi rivendicare, all’indomani del 16/1 u.s., di aver fatto in modo che i passaggi raddoppiassero fattivamente di numero (sic!). Siamo difronte alla solita alterazione della realtà a cui, purtroppo, sono da tempo abituati alcuni esponenti sindacali che confidano in un'attenzione superficiale da parte dei lavoratori e nella scarsa memoria collettiva.
Tale metodo insulso viene poi utilizzato subdolamente anche quando ci si chiede: "dove stavano prima gli altri sindacati, quelli che adesso chiedono la certificazione delle mansioni?", fornendo peraltro risposte fantasiose.
Fa specie notare la memoria veramente corta del già citato Alberini, il quale dovrebbe invece ricordare che la RdB è nata proprio sull’opposizione al mansionismo e per la stabilità d’impiego, quando alla fine degli anni ’70 gli ex facchini (del centro elettronico nazionale) diedero vita ad iniziative di lotta proseguite ininterrottamente fino alle esperienze più recenti.
L’assemblea nazionale sul mansionismo convocata a Roma il prossimo 23/2 dalla nostra O.S., la cui semplice indizione evidentemente ha dato fastidio a molti, s’inserisce coerentemente nel percorso tracciato in tutti questi anni e intende perseguire quegli obiettivi già indicati in precedenza (trasparenza degli atti, differenza stipendiale e progressivo azzeramento delle aree A e B), con la convinzione che l’unità e la forza dei lavoratori possano finalmente costringere l’amministrazione ad aprire un confronto degno di questo nome all’INPS.
Non c’è dubbio, allora, che i messaggi 2394 e 2396 sono solo una prima (anche se tardiva e insufficiente) risposta alla mobilitazione incessante di questi ultimi otto mesi attivata dalla RdB e, per alcuni, rappresentano una strada immediatamente praticabile per chiedere la relativa differenza stipendiale.
Di tutto ciò Tonino Alberini è perfettamente a conoscenza e per questo si preoccupa solo ora di "fare chiarezza" e "dare informazioni" al personale. Quello stesso Alberini che batte da tempo in modo forsennato quasi tutte le sedi e le agenzie del Lazio, promettendo ogni sorta di favori, non ultimo tra questi il posto di lavoro (sia pure precario) ai figli dei dipendenti, giacchè a suo dire tutte le agenzie di lavoro sono in mano al sindacato. Il tutto naturalmente a patto di iscriversi subito alla UIL. Insomma, le solite cattive abitudini…
Non si fa del resto fatica a crederlo, dal momento che il figlio dello stesso Alberini lavora come interinale, per conto di una nota agenzia, presso la sede INPS di Roma Centro.
Non ci si deve dunque meravigliare del fatto che l’amministrazione a più riprese ribadisca che gli interinali sono di fatto indispensabili, soprattutto in alcune aree geografiche: lo sono proprio per mantenere in piedi quello squallido sistema di clientele e di potere che poi solo a chiacchiere si vuol combattere.
In questo marasma, il pensiero corre ai figli degli onesti, di quei colleghi che non vogliono chinare la testa e che difendono caparbiamente la loro dignità.
Cosa dovrebbero fare, infatti, i figli di quei lavoratori sicuramente non garantiti?
Nel merito, il segretario della UILPA INPS Lazio Tonino Alberini di certo avrebbe la risposta pronta, ed una tessera sindacale da far sottoscrivere…