CCNL 2004-2005: LE MOTIVAZIONI DELLA CORTE DEI CONTI
comunicato n.22/06
Abbiamo acquisito le motivazioni con cui la Corte dei Conti, in data 7 aprile 2006, ha deliberato la certificazione non positiva dell’Ipotesi di accordo per il rinnovo del Biennio economico 2004-2005, sottoscritta il 30 dicembre 2005 da CGIL-CISL-UIL-CISAL.
Il primo dei punti controversi riguarda la media salariale presa a riferimento per calcolare l’aumento complessivo, a regime, del 5,01%.
L’importo individuato dal Comitato di settore del Parastato, pari a 32.504 euro annui, tiene conto dell’effettiva massa salariale maturata dai dipendenti del Comparto nel biennio precedente, mentre quello proposto dal governo, misurato in euro 31.104, si riferisce ai dati retributivi relativi al 31 dicembre 2001 (importo preso ad esame per il primo biennio), aumentato degli incrementi contrattuali relativi al Biennio 2002-2003.
La Corte dei Conti, nel proprio documento, ricorda come già il Consiglio dei Ministri del 2 dicembre 2005 abbia eccepito sulla metodologia adottata dal Comitato di Settore, ritenendo che avrebbe determinato una sperequazione a danno di altri settori del Pubblico Impiego, come Statali e Sanità.
Successivamente, a seguito della nota del 22 dicembre, redatta dal Ministro della Funzione Pubblica, l’Aran ha recepito l’importo indicato dal Comitato di Settore e la contrattazione ha prodotto l’accordo del 30 dicembre, non sottoscritto dalla RdB-CUB che ha denunciato i colpevoli ritardi con cui si è arrivati a definire il rinnovo del Biennio economico e la scarsa consistenza degli aumenti concordati, molto lontani dall’assicurare un vero recupero del potere d’acquisto dei salari dei lavoratori del Comparto, salari divorati dall’aumento delle tariffe, dei carburanti e del costo della vita quotidiana.
In data 12 gennaio 2006, si apprende sempre dalla nota della Corte dei Conti, l’Aran, nel trasmettere l’accordo al Dipartimento della Funzione Pubblica, ha evidenziato l’incongruenza tra il parere del Consiglio dei Ministri e quello del Ministro della Funzione Pubblica. In data 10 febbraio 2006 il Consiglio dei Ministri ha tuttavia ritenuto di non sollevare ulteriormente la questione insorta sul calcolo della media salariale di riferimento.
La Corte dei Conti invece, nella sua memoria, afferma di non poter certificare l’accordo su tale punto, eccependo anche sul fatto che sono stati inseriti, nel calcolo complessivo degli stipendi, i CFL e gli ex portieri degli stabili transitati negli Enti in posizione A1.
Probabilmente si fa riferimento ai CFL trasformati a tempo indeterminato nel corso del 2003 ed agli ex portieri assorbiti nello stesso anno. Perché le retribuzioni di questi lavoratori non sarebbero dovute entrare nel calcolo della massa salariale presa a riferimento per il rinnovo del Biennio 2004-2005?
L’ultima questione sulla quale la Corte dei Conti interviene, riguarda l’aumento, dal 70% all’85% della quota di Indennità Integrativa Speciale utile per il calcolo dell’indennità di anzianità o trattamento di fine servizio.
Su tale punto la Corte ritiene che la materia debba essere regolamentata per legge e non attraverso la contrattazione, prendendo atto, comunque, che il maggior onere che ne deriva è finanziato con una parte delle risorse contrattuali. Nella nota si lamenta l’inserimento della norma in sede di contrattazione senza uno specifico indirizzo del Comitato di Settore.
Abbiamo voluto fare un po’ di chiarezza su un tema importante come il rinnovo contrattuale, rispetto al continuo rincorrersi di voci relative all’imminente pagamento degli arretrati del contratto.
Ricordiamo che, per essere valido, l’accordo deve essere ratificato con una firma definitiva delle OO.SS. presso l'Aran.
Al momento, risulta veramente difficile pronunciarsi sui tempi di definizione del contratto. Chi, nei mesi scorsi, ha ripetutamente promesso ai lavoratori il pagamento delle spettanze economiche, ha contribuito solo a fare cattiva informazione.
Resta, in conclusione, il nostro giudizio negativo sull’accordo e sul fatto che a distanza di 27 mesi dalla scadenza del precedente Biennio, i lavoratori ancora non percepiscono i pur insufficienti benefici.
A nostro parere non è più rinviabile un’iniziativa legislativa che reintroduca la SCALA MOBILE o analogo strumento di aggancio automatico dei salari al costo della vita, per difendere il potere d’acquisto degli stipendi dal rincorrersi dei prezzi e dai drammatici ritardi della contrattazione.
Invitiamo tutti i lavoratori ad aderire alla raccolta di firme che la RdB-CUB promuove nei posti di lavoro e nelle città per il ripristino della SCALA MOBILE.