C'E' MOLTO DA FARE: COMINCIAMO DAI LAVORATORI A/B

Comunicato n. 50/18

Nazionale -

Lo abbiamo scritto ieri: vogliamo concentrarci sui problemi e sulle possibili soluzioni. In cima alle cose da fare sicuramente ci sono le risposte da assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori delle aree A e B. Dobbiamo tener conto delle attuali norme di legge e individuare le strade possibili.

 

PASSAGGI DI AREA

Siamo pronti a sederci al tavolo sindacale per sottoscrivere entro il corrente mese di giugno un accordo per la definizione dei bandi per i passaggi dall’area A alla B e dall’area B alla C, riservati a chi è in possesso del titolo di studio previsto dalle attuali norme di legge: diploma per il passaggio all’area B, laurea triennale per il passaggio all’area C.

Se l’accordo dovesse essere rinviato, non ci sarebbero i tempi per assicurare la decorrenza 1° gennaio 2018 e tutto slitterebbe al prossimo anno, perché le graduatorie devono essere pubblicate entro l’anno della decorrenza.

Sappiamo che non è facile, perché il presidente Boeri vuole rinviare le selezioni interne ad una fase successiva all’assunzione da concorso pubblico dei 365 e 967 C1. Lo ha confermato ad USB ed FLP nell’incontro del 6 giugno. Inoltre, è disposto a cedere solo sui passaggi all’area C ma non su quelli all’area B. Purtroppo, la verità continuiamo a raccontarvela solo noi mentre gli altri vi prendono in giro.

USB propone: l’immediata definizione dei bandi per i passaggi all’area B e all’area C; l’individuazione del numero massimo di passaggi nella misura del 20% del piano delle assunzioni, come previsto dalle norme di legge; la pubblicazione delle graduatorie entro dicembre 2018 per riconoscere la decorrenza dei passaggi con data 1° gennaio 2018.

 

PASSAGGI INTERNI ALLE AREE A/B

Fin dall’accordo di programma 2010-2012 il nostro obbiettivo è stato quello di favorire la collocazione di tutto il personale delle aree A e B al livello apicale della loro area (A3/B3). Questo rimane un traguardo necessario per assicurare un minimo di riconoscimento professionale ed economico ai lavoratori di quelle aree.

USB propone: la definizione in tempi brevi del contratto integrativo 2018, all’interno del quale devono essere previsti i passaggi alle posizioni apicali A3/B3 di chi attualmente è A2/B2 e selezioni di recupero per chi non è riuscito ad ottenere il passaggio nelle selezioni 2016 o non ha potuto partecipare; le graduatorie dovranno essere pubblicate entro dicembre 2018 per riconoscere la decorrenza dei passaggi con data 1° gennaio 2018.

 

RICONOSCIMENTO ECONOMICO PER TUTTO IL PERSONALE A/B

Alle lavoratrici e ai lavoratori che sono attualmente collocati nelle aree A e B, finché non otterranno il passaggio all’area C va riconosciuto un compenso economico che sopperisca alla penalizzazione stipendiale dovuta alla mancanza di un inquadramento coerente con il lavoro svolto.

USB propone: un incremento del TEP dei lavoratori delle aree A e B nella misura di 65 euro mensili,  pari alla maggiorazione riconosciuta al personale già inquadrato a B3 prima delle selezioni 2016. Il compenso sarà mantenuto fino al passaggio a C1.

 

AREA UNICA AMMINISTRATIVA

Continuiamo a ritenere che l’unica soluzione possibile per assicurare a tutti i lavoratori delle aree A e B pari opportunità di sviluppo professionale ed economico sia l’AREA UNICA AMMINISTRATIVA, nella quale far confluire il personale amministrativo delle aree A-B-C.

Lo scorso 5 giugno si è tenuta all’Aran la prima riunione della Commissione paritetica sui sistemi di classificazione del personale. Le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo hanno chiesta l’esclusione della USB anche da quel tavolo. Se riusciremo ad essere presenti, porteremo avanti in modo convinto la nostra proposta di Area Unica, così da poterla inserire nel prossimo CCNL.

USB propone: la costituzione di un’Area Unica Amministrativa per superare il problema del mansionismo e dello sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori delle aree A e B.

 

Chiediamo alle colleghe e ai colleghi delle aree A e B di sostenerci in questo percorso per riuscire ad ottenere ragione su una sgradevole e intollerabile condizione di sfruttamento che l’amministrazione INPS continua ad attuare nei confronti dei lavoratori, con l’appoggio, consapevole o meno, di chi ha firmato il CCNL ed oggi dice di voler risolvere il problema del mansionismo.