CLIMA DI RESTAURAZIONE ALL’INPS L’ANCIEN REGIME DI TRIDICO E DI MICHELE

(121/19) In allegato l'articolo del Fatto Quotidiano di Sabato 14 Dicembre p. 13

Roma -

Lo scorso 10 dicembre l’amministrazione ha organizzato la premiazione delle eccellenze, un appuntamento annuale che a noi ricorda il mondo della burocrazia pubblica raccontato egregiamente da Villaggio nei suoi film su Fantozzi e nel quale probabilmente si vorrebbe far precipitare l’INPS, rinnegando il modello che ne ha fatto per oltre trent’anni una delle amministrazioni pubbliche più avanzate e moderne.

Forse colpito dalla presenza della fanfara dei carabinieri con i suoi quarantacinque elementi in bell’uniforme, o forse ammaliato da quell’aria vagamente retrò che si respira in simili eventi, il presidente dell’INPS ha esordito dichiarando d’invidiare all’arma il maresciallo Rocca, sì proprio il personaggio televisivo a cui ha dato il volto Gigi Proietti. Tridico ha manifestato il desiderio che sia girato se non proprio uno sceneggiato almeno un docufilm sull’INPS, magari sulla sede di Roma Casilino, immaginando probabilmente le periferie romane descritte da Pasolini e vedendosi nei panni di Riccetto, che invece d’andare coll’amichi alla marana se ne va all’INPS a chiedere il reddito di cittadinanza. Non è voluta essere da meno la direttrice generale, che ha sottolineato di essersi vestita con i colori dell’INPS, bianco e azzurro, un particolare che se non fosse stato sottolineato avrebbe fatto perdere alla cerimonia il suo intrinseco significato. Accennando alla riorganizzazione la direttrice ha detto che ci sarebbero stati degli scontenti, specificando che chi comanda è chiamato comunque a decidere. Quel termine comandare, utilizzato dal massimo dirigente di un’amministrazione pubblica qual è l’Istituto, ci è suonato sinistro.

Il giorno seguente, nella riunione dell’ufficio di presidenza, il duo Tridico-Di Michele ha ufficializzato i nuovi incarichi dirigenziali di prima fascia e lì si è capito il monito lanciato dalla direttrice il giorno prima. E’ stata decisa una pressoché totale rotazione degli incarichi confermando le indiscrezioni che avevamo raccolto nei giorni precedenti: dirigenti degli enti soppressi, soprattutto INPDAP, a presidiare le direzioni centrali, e dirigenti INPS assegnati prevalentemente al territorio. E’ probabile che ci sia stato anche qualche regolamento di conti, mentre è sicura l’applicazione di regole non scritte ma osservate scrupolosamente come quella che vuole un dirigente esterno a presidiare le banche dati dell’Istituto, come se non ci fossero professionalità interne adatte a quel ruolo. Fino ad oggi a dirigere la direzione centrale studi e ricerche è stato Massimo Antichi, molto vicino a Boeri e noto per non aver mai superato un concorso pubblico da dirigente ma beneficiario a ripetizione di incarichi dirigenziali art. 19, comma 6, del D. Lgs. 165/2001; dal prossimo lunedì sarà sostituito da Daniele Checchi, docente di economia politica all’Università Statale di Milano, laureato alla Bocconi e chiamato da Boeri nel 2017 a far parte dell’OIV dell’INPS.

Una scelta, quindi, in continuità con il recente passato, a significare che il mandato di Tridico si muove in certo qual modo in linea con quello di Boeri e che il professore di Milano non ha del tutto staccato la spina con l’Istituto. Il generale ricambio delle funzioni dirigenziali di prima fascia sembrerebbe a prima vista rappresentare una cesura con il passato, sconfessando le scelte dell’economista bocconiano, tanto più che sia l’attuale presidente che la direttrice generale hanno più volte affermato di voler mettere le persone giuste al posto giusto e l’esito dell’interpello sembrerebbe dirci che la precedente riorganizzazione era totalmente sbagliata, tuttavia non dobbiamo farci ingannare dalle apparenze o dimenticarci che la direttrice, fresca di mandato, condivise le scelte di Boeri.

 

Ai dirigenti appena nominati vengono dati quattro giorni di calendario per prendere servizio nella sede di destinazione. Perché tutta questa fretta? Gli incarichi non sarebbero dovuti essere effettivi dal 1° gennaio 2020? C’è qualcosa che ci sfugge ed in questa totale mancanza di trasparenza le competenze e l’esperienza dei singoli dirigenti sembra che in molti casi siano stati ritenuti criteri trascurabili, visto poi l’esito dell’interpello. Anche il ruolo della commissione esterna è stato, come nella precedente riorganizzazione di Boeri, quello della foglia di fico messa lì per nascondere la vergogna di scelte fatte sulla base di altri criteri, in barba alla comparazione dei titoli ed alla tanto decantata trasparenza.

 

Tridico ottiene quello che si era prefissato blindando le funzioni da lui ritenute strategiche con dirigenti che gli hanno dimostrato molta vicinanza, ma della funzionalità dell’Istituto sembra non interessarsene nessuno. Il vero e prioritario intervento necessario, quello sulla riorganizzazione dell’attività lavorativa per garantire la funzionalità dell’Istituto, l’erogazione tempestiva delle prestazioni e modalità lavorative soddisfacenti, non trova interesse nell’amministrazione. Non servono le spillette di metallo con il logo dell’INPS per risvegliare l’orgoglio di svolgere un compito importante per il Welfare pubblico, che poi ‘ste spillette non sai neanche dove mettertele e fanno tanto divisa da postino degli anni ’60 del secolo scorso. Quella di Tridico e Di Michele più che una rivoluzione sembra un atto di restaurazione, che trascina l’Istituto in un contesto fortemente burocratizzato sempre più somigliante ad una farraginosa macchina ministeriale che ad una moderna azienda di servizi.

Se davvero il presidente auspicava una generale pacificazione dopo anni di veleni avrebbe dovuto agire in modo diverso e innanzitutto attendere la nomina del consiglio d’amministrazione per coinvolgere i consiglieri nel processo di riorganizzazione. Inoltre, avrebbe dovuto ascoltare chi ha realmente a cuore le sorti dell’Istituto e non chi si predispone in modo benevolo pur di strappare una qualsivoglia contropartita. Speriamo di sbagliarci, ma le scelte fatte complessivamente l’11 dicembre del 2019 rischiano di segnare negativamente il futuro dell’INPS. In ogni caso auspichiamo che tutti i dirigenti di prima fascia, compresi quelli al primo incarico, si adoperino al meglio nel comune interesse di salvaguardare e valorizzare le funzioni dell’Istituto ed assicurare le prestazioni ai cittadini. A tutti auguriamo buon lavoro.