COLPI DI CODA

Comunicato n. 47/08

Roma -

 

Dal 27 giugno al 27 novembre. Dall’accordo fantasma sui poli specialistici regionali alla prossima udienza già fissata dalla quarta sezione del Tribunale del Lavoro di Roma per il comportamento illegittimo e antisindacale dell’amministrazione sono passati 5 mesi.

Sarà perciò utile a questo punto rammentare, sia pure per sommi capi, l’intera vicenda.

 

Prima della convocazione del tavolo tecnico del 20 giugno u.s. inerente la costituzione dei poli specialistici regionali “Previdenza Marinara” e “Invalidità Civile” la nostra O.S. fa presente di essere impegnata nella stessa data in una decisiva assemblea presidio presso la Funzione Pubblica e di averne già dato comunicazione in sede centrale.

Anche UIL e CISAL, entrambe impegnate nei due rispettivi congressi, risultano di fatto impossibilitate a partecipare al suddetto incontro, di cui pertanto si chiede il rinvio.

Niente da fare. La riunione in Sede regionale si tiene lo stesso con le sole CGIL e CISL. 

Una settimana dopo, il 27 giugno, nuova convocazione avente ad oggetto gli stessi temi.

E accade l’incredibile, perché non si discute affatto. Il direttore regionale neppure si siede. Dopo oltre un’ora di attesa, la riunione dura soltanto ventiquattro secondi - 24 - (in proposito, vedi comunicato RdB n. 23), senza che alcuno riesca ad esprimersi in merito.

CGIL e CISL vengono spudoratamente invitate al II° piano della Sede per siglare senza ulteriori perdite di tempo un testo già predisposto.

La CISL manco a dirlo obbedisce agli ordini ricevuti, mentre la CGIL dichiara subito la propria indisponibilità a ratificare il verbale e conferma pochi giorni dopo la propria posizione con un apposito comunicato, in cui si propone di riaprire ex novo la trattativa.

Come se nulla fosse la direzione regionale procede comunque imperterrita ed emana, in data 8 luglio, gli ordini di servizio 2 e 3, completamente illegittimi, sui poli specialistici.

Giusto per far capire cioè ai sudditi chi è che comanda, e come. L’arroganza del potere.

Che giunge finanche alla sfrontatezza di richiedere in Tribunale, in via pregiudiziale e preliminare, l’integrazione del contraddittorio nei confronti dei coordinatori regionali CGIL e CISL, che peraltro dimostrano almeno il buon gusto di non recarsi in udienza, a suffragio delle proprie tesi (leggi: accordo “regolarmente” raggiunto e ratificato).

 

Come interpretare simili comportamenti? Probabilmente, sono gli ultimi colpi di coda.

E’ al tempo stesso l’ennesima occasione che oggi si presenta ai vertici dell’Istituto per dimostrare che a nessuno è consentito trasgredire impunemente le regole. Che non ci sono disparità né discriminazioni. Che tutti indistintamente dipendenti e dirigenti sono uguali all’interno dell’Ente ed hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri.

Ed è auspicabile che ciò avvenga prima di un nuovo dispositivo del Tribunale del Lavoro.

 

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lazio